Un incidente durante un’esibizione delle Frecce Tricolori ha sollevato preoccupazioni e interrogativi. Il generale di Brigata Aerea Urbano Floreani, comandante del 5° Reparto Comunicazione dello Stato Maggiore Aeronautica, ha fornito dettagli sull’evento avvenuto a Pantelleria. Con una carriera che include esperienze come pilota acrobatico e istruttore, Floreani offre una prospettiva unica sulla situazione.
Dettagli dell’incidente a Pantelleria
L’incidente è stato innescato da un’apertura anomala della figura del cardioide durante l’esibizione. Il comandante della pattuglia ha prontamente deciso di riportare gli aeroplani a terra in sicurezza. I quattro velivoli coinvolti nella manovra, appartenenti alla seconda sezione conosciuta come “rombetto“, si sono separati dal resto della formazione per atterrare in sicurezza. Tre degli aerei hanno effettuato l’atterraggio presso l’aeroporto di Pantelleria, mentre il quarto è stato diretto verso Trapani.
Durante la fase finale dell’atterraggio, Pony 8 ha subito un ulteriore problema al ruotino anteriore che lo ha portato ad uscire dalla pista. Gli altri due velivoli, Pony 9 e Pony 6, sono riusciti ad atterrare senza ulteriori complicazioni. La prontezza dei piloti nel gestire la situazione evidenzia la loro preparazione e competenza nell’affrontare situazioni critiche.
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La complessità delle manovre acrobatiche
Il generale Floreani spiega che la manovra del cardioide è tra le più complesse eseguite dalle Frecce Tricolori ed avviene dopo il decollo quando i piloti si presentano al pubblico. Questa figura prevede una separazione della formazione con il solista che si distacca dal gruppo principale mentre vola rovescio. Durante questa fase delicata, qualcosa di imprevisto è accaduto nei cieli sopra Pantelleria, costringendo i piloti all’interruzione immediata del volo.
Floreani sottolinea che tutte le manovre eseguite dalla pattuglia richiedono elevate capacità tecniche e ogni figura può presentare difficoltà diverse per i vari membri del team in base alla loro posizione all’interno della formazione.
Sicurezza in volo: assenza di sensori
Una domanda comune riguarda la sicurezza durante le manovre acrobatiche: come fanno i piloti a evitare collisioni? Secondo quanto affermato dal generale Floreani, non ci sono sensori installati sugli aeromobili militari per misurare le distanze tra gli aerei durante il volo; tutto avviene “a vista“. Questo approccio richiede ai piloti una grande attenzione e abilità nel mantenere le distanze corrette sia orizzontalmente sia verticalmente.
Floreani paragona questa dinamica al rispetto delle distanze su un’autostrada dove ogni veicolo deve mantenere uno spazio adeguato dagli altri mezzi per garantire la sicurezza collettiva.
L’addestramento dei piloti acrobatici
Per diventare parte delle Frecce Tricolori occorre seguire un rigoroso programma di addestramento che dura circa un anno prima dell’esordio ufficiale nella pattuglia acrobatica. L’assegnazione ai nuovi membri avviene generalmente attorno al mese di maggio con l’obiettivo di iniziare le esibizioni nell’anno successivo.
Il percorso formativo comprende fasi progressive dove i nuovi arrivati iniziano volando in coppie o gruppi ristretti fino ad acclimatarsi alle dinamiche più complesse richieste nelle performance pubbliche. Ogni posizione nella formazione presenta sfide specifiche; pertanto l’esperienza accumulata dai membri più anziani viene trasferita ai novizi attraverso voli pratici sotto supervisione diretta.
Floreani ricorda con orgoglio il suo percorso personale all’interno della Pattuglia Acrobatica Nazionale , iniziando come Pony 8 prima di progredire fino alla posizione di Pony 3, dove ha potuto contribuire anche all’addestramento degli altri piloti grazie alla sua esperienza acquisita negli anni precedenti.