L’Autorità del Bacino Idrico dell’Appennino Centrale ha presentato un innovativo progetto volto a contrastare la crescente crisi idrica nel Lazio, in particolare a Roma. Grazie all’impiego di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, è stato sviluppato un sistema di monitoraggio che include un cane-robot, chiamato Spot. Questa iniziativa mira a raccogliere dati in tempo reale sulle risorse idriche e sull’utilizzo dell’acqua sia per scopi civili che irrigui.
Il progetto AUBAC e il ruolo del cane-robot
Il progetto presentato da AUBAC si propone di affrontare le sfide legate alla scarsità d’acqua attraverso strumenti digitali all’avanguardia. Il cane-robot Spot è uno degli elementi chiave di questa iniziativa. Con dimensioni simili a quelle di un setter e un peso di circa 25 chili, Spot è progettato per effettuare rilievi sul campo e restituire i dati raccolti in modo autonomo.
Durante una recente presentazione tenutasi nei giardini dell’Acquario Romano, il professor Marco Casini, Segretario Generale di AUBAC, ha illustrato le funzionalità della piattaforma digitale sviluppata dall’ente. Questa piattaforma funge da “digital twin” del sistema idrico dell’Appennino centrale: una replica digitale che fornisce informazioni aggiornate sulle risorse disponibili e sulla condizione delle infrastrutture.
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Spot è stato testato anche lungo le sponde del Tevere, dimostrando così la sua versatilità nell’ambiente urbano. La tecnologia impiegata permette non solo la raccolta dei dati meteoclimatici ma anche l’interazione con quelli provenienti da altre fonti tecnologiche avanzate. Questo approccio collaborativo tra enti pubblici e privati rappresenta una risposta concreta alla crisi idrica sempre più pressante.
L’emergenza siccità nel Lazio
La situazione climatica attuale nel Lazio è preoccupante; Roma sta vivendo effetti significativi dei cambiamenti climatici con temperature medie in aumento e precipitazioni ridotte. Nel 2024, ad esempio, la temperatura media nella capitale ha raggiunto i 18,62 °C—superiore rispetto alla media storica—e sono stati registrati ben 53 giorni con temperature oltre i 35 °C.
Le piogge hanno subito una drastica diminuzione: nel corso dello stesso anno si è registrata una riduzione del 26% rispetto alla media degli anni precedenti . Eventi meteorologici estremi si sono concentrati in pochi giorni intensificando ulteriormente il problema; ad esempio nei primi giorni di settembre sono caduti oltre il 20% delle precipitazioni annuali in poche ore senza contribuire efficacemente al ricarico degli acquiferi.
Questa tendenza non rappresenta un fenomeno isolato; dal 2017 diversi anni hanno mostrato condizioni simili o peggiori riguardo alle precipitazioni annuali concentrate in brevi periodi temporali. Anche nei primi mesi del 2025 si osservano segnali preoccupanti: gennaio ha visto un deficit pluviometrico del -46%, mentre aprile ha chiuso con -28%.
Le conseguenze sulla rete idrica romana
La pressione sulle sorgenti idriche romane sta aumentando notevolmente; gli acquiferi principali della città mostrano portate inferiori al normale storico mentre quelli più piccoli evidenziano solo lievi miglioramenti temporanei senza raggiungere livelli ottimali per garantire l’approvvigionamento necessario durante tutto l’anno.
Secondo le valutazioni aggiornate a maggio 2025, Roma versa attualmente in uno stato definito “di severità idrica media“, indicativo della necessità urgente d’interventi strutturali nella gestione delle risorse acquatiche locali. Senza misure correttive efficaci potrebbe verificarsi una situazione critica nelle prossime stagioni estive se dovesse continuare questo trend negativo nelle precipitazioni.
In sintesi, il progetto avviato da AUBAC rappresenta non solo un passo avanti nella gestione delle risorse idriche ma anche una risposta diretta alle sfide poste dai cambiamenti climatici che stanno colpendo duramente Roma e tutto il Lazio.