Alessandro Gassmann, attore e figlio dell’illustre Vittorio Gassman, ha espresso una richiesta chiara e diretta al sindaco di Gallarate, Andrea Cassani. La sua richiesta è emersa dopo la controversa riunione dell’ultradestra europea tenutasi nel teatro intitolato a suo padre. Questo incontro ha suscitato polemiche sia politiche che sociali nella comunità locale.
La richiesta di Alessandro Gassmann
Due giorni dopo il Remigration summit, un evento caratterizzato da contenuti xenofobi e proposte estreme per contrastare quella che alcuni partecipanti hanno definito “sostituzione etnica in Europa“, Alessandro Gassmann ha utilizzato i social media per comunicare il suo disappunto. In un post su Instagram, ha scritto: “Caro sindaco, leggo che al teatro intitolato a mio padre nella vostra cittadina è avvenuta la riunione internazionale dei partiti di estrema destra europei . Se nelle sue intenzioni c’è quella di continuare a ospitare in un luogo di cultura manifestazioni con slogan razzisti e illiberali, le chiedo di togliere il nome di mio padre dal suddetto teatro.”
Gassmann ha anche ricordato le tragiche esperienze della sua famiglia durante il regime nazifascista, sottolineando come alcuni suoi parenti siano stati deportati e uccisi. Questa testimonianza personale aggiunge peso alla sua posizione contro l’utilizzo del teatro per eventi considerati contrari ai valori democratici.
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Le polemiche sul Remigration summit
Il Remigration summit si è svolto sabato 17 maggio 2025 ed è stato oggetto di forti critiche da parte della società civile. L’evento era inizialmente previsto in una location diversa a Somma Lombardo ma era saltato all’ultimo momento quando l’hotel scelto non aveva confermato la prenotazione. Questo cambio improvviso ha portato all’utilizzo del Teatro Condominio come nuova sede.
La concessione dello spazio teatrale all’ultradestra ha sollevato interrogativi sulla gestione degli spazi pubblici dedicati alla cultura. Diverse attività commerciali locali hanno deciso di chiudere durante lo svolgimento del summit come forma di protesta contro l’ideologia espressa dai partecipanti all’incontro. Molti esercenti hanno affisso cartelli alle vetrine o pubblicato messaggi sui social media dichiarando: “Non intendiamo servire i fasci”, evidenziando così una netta opposizione alle idee promosse dall’evento.
Reazioni della comunità locale
Le reazioni alla notizia non si sono fatte attendere nella comunità gallaratese. Mentre alcuni cittadini esprimono supporto nei confronti delle posizioni assunte da Alessandro Gassmann, altri ritengono che sia importante garantire libertà d’espressione anche per gruppi politici controversi.
Il dibattito si sta intensificando non solo tra i residenti ma anche tra le forze politiche locali; diversi partiti stanno prendendo posizione sull’accaduto con dichiarazioni ufficiali riguardanti la gestione degli spazi culturali pubblici e l’importanza dei valori democratico-liberali nel contesto attuale europeo.
In questo clima teso, resta da vedere quale sarà la risposta ufficiale del sindaco Cassani riguardo alla richiesta avanzata dall’attore romano e se ci saranno ulteriori sviluppamenti relativi all’utilizzo futuro del Teatro Condominio per eventi simili.