Il Eurovision Song Contest 2025, tenutosi sabato sera a Basilea, ha visto trionfare l’Austria con il controtenore JJ e la sua canzone “Wasted Love“. L’evento ha messo in evidenza non solo i talenti musicali, ma anche le tensioni politiche che circondano la competizione. L’Italia si è piazzata al quinto posto con Lucio Corsi, mentre Israele ha ottenuto un sorprendente secondo posto grazie al televoto massiccio per Yuval Raphael. Tuttavia, l’atmosfera di festa è stata offuscata da manifestazioni e scontri legati alla situazione mediorientale.
La vittoria dell’Austria e il successo di Yuval Raphael
L’edizione di quest’anno del contest ha visto una partecipazione significativa da parte dei telespettatori. L’Austria si è aggiudicata il primo premio grazie alla performance emozionante di JJ, un giovane controtenore che ha saputo conquistare giurie e pubblico con “Wasted Love“. Il brano elettro-pop ha fatto breccia nel cuore degli spettatori, portando l’Austria a vincere per la seconda volta nella storia del concorso.
Israele, rappresentato dalla cantante Yuval Raphael, ha sorpreso tutti raggiungendo il secondo posto nonostante un punteggio modesto dalla giuria . Il televoto per Raphael è stato straordinario: ben 297 voti sono stati espressi dai telespettatori. Questo risultato riflette una forte connessione emotiva tra la cantante e il pubblico europeo. Yuval aveva già vissuto esperienze traumatiche durante gli attacchi terroristici in Israele nel 2023 ed era determinata a onorare il suo paese attraverso la musica.
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La sua canzone “New Day Will Rise” parla della rinascita e della speranza in tempi difficili. Nonostante le minacce ricevute prima dell’esibizione da parte di manifestanti pro-Palestina, Raphael si è esibita con passione sul palco del contest. Le sue parole dopo la finale hanno sottolineato come desiderasse portare un messaggio di pace attraverso la musica.
Le tensioni politiche durante l’Eurovision
Nonostante gli intenti degli organizzatori di mantenere separati politica e musica durante Eurovision 2025, eventi esterni hanno influenzato pesantemente l’atmosfera della serata. La competizione musicale sta diventando sempre più uno specchio delle divisioni geopolitiche europee; ciò era evidente anche nelle edizioni precedenti come quella del 2022 a Torino quando fu esclusa la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.
Durante questa edizione ci sono stati scontri tra manifestanti filo-palestinesi e forze dell’ordine fuori dall’arena St. Jakobshalle mentre all’interno ci sono stati tentativi da parte dei manifestanti di interrompere lo spettacolo sul palco principale. Gli applausi hanno coperto eventuali fischi provenienti dal pubblico ma ciò non toglie che la tensione fosse palpabile sia dentro che fuori dall’evento.
Le polemiche hanno coinvolto anche i media spagnoli; RTVE è stata avvertita riguardo possibili sanzioni se avesse menzionato nuovamente il conflitto israelo-palestinese durante le trasmissione live della finale dopo averlo fatto nelle semifinali precedenti. In risposta a queste pressioni, RTVE ha pubblicato una dichiarazione chiara sui diritti umani chiedendo pace per tutti i popoli coinvolti nel conflitto.
Reazioni internazionali alle controversie del contest
Le reazioni all’esito del contest non si sono fatte attendere nemmeno dai leader politici europei; Pedro Sanchez, primo ministro spagnolo, ha espresso opinioni fortemente critiche sulla partecipazione israeliana ad eventi internazionali come Eurovision citando standard doppi rispetto alla Russia tre anni fa quando fu esclusa dal concorso musicale europeo.
Dall’altra parte c’è chi sostiene che i votanti abbiano dimostrato maturità scegliendo autonomamente senza lasciarsi influenzare dalle questioni geopolitiche attuali; Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano, sottolinea questo aspetto affermando che gli spettatori italiani abbiano mostrato indipendenza rispetto alle élite culturali tradizionali.
Inoltre, RTVE intende richiedere ufficialmente all’Unione Europea di Radiodiffusione una revisione delle modalità del televoto poiché ritiene possa essere stato condizionato dagli scenari bellicosi attuali compromettendo così lo spirito culturale originario dello show musicale più seguito al mondo.
Questo contesto complesso rende evidente quanto sia difficile mantenere separate cultura e politica in eventi globalizzati come Eurovision dove oltre 160 milioni seguono ogni anno questo spettacolo celebrativo ricco d’emozioni musicalmente parlando ma intriso purtroppo d’influenze esterne sempre più fortemente percepibili.