Due opere classiche rivivono a teatro: “Hamlet” di Thomas e “Anna Karenina” di Tolstoj

Due produzioni teatrali di rilievo a maggio 2025: il Teatro Regio di Torino presenta “Hamlet” di Ambroise Thomas, mentre il Piccolo Teatro Strehler di Milano offre “Anna Karenina” di Lev Tolstoj.
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Due importanti produzioni teatrali stanno attirando l’attenzione del pubblico italiano nel maggio 2025. Da un lato, il Teatro Regio di Torino presenta per la prima volta in forma scenica l’opera “Hamlet” di Ambroise Thomas, mentre dall’altro il Piccolo Teatro Strehler di Milano ospita l’adattamento del romanzo “Anna Karenina” di Lev Tolstoj. Entrambi i lavori offrono una nuova interpretazione delle rispettive opere originali, portando sul palco emozioni intense e riflessioni profonde.

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Hamlet: un’opera da riscoprire

L’opera “Hamlet” di Ambroise Thomas è in scena al Teatro Regio dal 15 al 27 maggio 2025. Questa produzione segna un momento storico poiché viene rappresentata per la prima volta nella sua versione originale per tenore. Il protagonista, Amleto, interpretato da John Osborn, offre una performance che mette in luce la fragilità e l’inquietudine del personaggio shakespeariano. Al suo fianco troviamo Sara Blanch nei panni dell’Ofelia tragica e angelica; la sua aria della follia è uno dei momenti più attesi dello spettacolo.

La regia firmata da Jacopo Spirei propone una lettura psicologica intensa dell’opera, trasformando il dramma in un viaggio interiore ricco di simbolismo. La scenografia iniziale si presenta sontuosa e imponente, creando un’atmosfera decadente che riflette le ambizioni feroci dei personaggi coinvolti nella trama. Il coro assume un ruolo centrale fin dall’apertura dello spettacolo; gli intermezzi musicali con tuba solista arricchiscono ulteriormente la partitura.

Il terzo atto include il celebre monologo “Essere o non essere”, reinterpretato come romanza che esplora profondamente i conflitti interiori del protagonista. L’introduzione degli archi nel quarto atto crea una dimensione lirica che culmina nell’aria virtuosistica dell’Ofelia; qui Sara Blanch dimostra abilità vocali straordinarie anche durante le parti coreografiche.

Il quinto atto si apre con scene drammatiche ambientate in obitorio e culmina nell’uccisione dello zio Claudius da parte di Amleto, presentato in modo grottesco ma potente sul palcoscenico. Le scenografie curate da Gary McCann insieme ai costumi disegnati da Giada Masi definiscono chiaramente i caratteri dei protagonisti mentre le luci progettate da Fiammetta Baldiserri amplificano i contrasti visivi della messa in scena.

Anna Karenina: tra letteratura e teatro

Parallelamente all’opera musicale torinese, il Piccolo Teatro Strehler accoglie l’adattamento teatrale del romanzo “Anna Karenina” realizzato due anni fa dai registi Gianni Garrera e Luca De Fusco. Questa produzione ha finalmente raggiunto Milano dopo aver girato vari teatri italiani ed è considerata una valida trasposizione della grande letteratura russa sul palcoscenico contemporaneo.

La regia cerca non solo di mantenere viva l’essenza dell’opera originale ma anche d’inserirvi elementi moderni che parlano al pubblico attuale. Galatea Ranzi interpreta Anna con grande intensità; attraverso la sua performance riesce a trasmettere le complessità emotive del personaggio principale intrappolato tra amore passionale e convenzioni sociali opprimenti.

De Fusco ha affrontato la sfida della riduzione narrativa senza sacrificare gli elementi chiave delle descrizioni tolstoiane; gli attori oscillano tra dialoghi diretti ed espressione dei pensieri interiorizzati rivolti al pubblico stesso creando così uno spettacolo dinamico piuttosto che una semplice lettura teatrale del romanzo.

Le scelte scenografiche curate da Marta Crisolini Malatesta insieme alle musiche composte da Ran Bagno creano atmosfere evocative capaci d’immortalare lo spirito della Pietroburgo ottocentesca descritta nel libro originale pubblicato nel 1878. Gli altri membri del cast contribuiscono a formare relazioni credibili attraverso ruoli ben definitivi come quello dolce ma complesso interpretato dalla Bernardi nei panni di Dolly o quello ambiguo ed enigmatico portato avanti dal marito Karenin interpretato magistralmente da Paolo Serra.

Momenti significativi emergono durante lo spettacolo come ad esempio quando viene proiettata sulla tela trasparente una scena erotica accompagnata dalla frase “Gli amanti sono degli assassini”, evidenziando così tensione fra desiderio personale ed etichettature socialmente imposte su cui si basa gran parte della narrazione tolstoiana.

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