Il bonus Maroni, un incentivo economico destinato ai lavoratori che decidono di rimanere attivi sul posto di lavoro nonostante abbiano raggiunto i requisiti per la pensione anticipata, è stato rinnovato e ampliato anche per il 2025. Questa misura, prevista dalla legge di Bilancio 2023 e confermata per l’anno successivo, offre vantaggi significativi a una platea più ampia di beneficiari.
Cos’è il bonus Maroni
Il bonus Maroni rappresenta un’opportunità per i lavoratori che hanno maturato i requisiti necessari per accedere alla pensione anticipata con Quota 103. Questo programma consente ai dipendenti di rinunciare ai contributi previdenziali a loro carico, permettendo così l’erogazione diretta dell’importo netto in busta paga. In pratica, ciò significa che la quota dei contributi Ivs viene convertita in un incremento dello stipendio mensile.
La circolare Inps n. 102 del 12 giugno 2025 ha chiarito ulteriormente le modalità operative del bonus. Non solo coloro che soddisfano i requisiti previsti da Quota 103 possono beneficiare dell’incentivo; anche chi raggiunge il diritto alla pensione anticipata ordinaria entro il termine fissato del 31 dicembre 2025 avrà accesso al bonus.
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È importante notare come questa misura possa influire sulla posizione previdenziale futura dei lavoratori. Sebbene ci sia un aumento immediato dello stipendio netto mensile grazie al rinvio dei contributi Ivs da versare all’Inps durante la fruizione del bonus, si verifica una riduzione della base su cui verrà calcolata la futura pensione.
Chi può accedere al bonus
L’accesso al bonus Maroni è riservato esclusivamente ai lavoratori dipendenti iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria o a forme sostitutive ed esclusive della medesima. Per poter beneficiare dell’incentivo è necessario aver compiuto almeno sessantadue anni d’età con almeno quarantuno anni di contribuzione oppure avere accumulato quarantadue anni e dieci mesi o quarantuno anni e dieci mesi senza considerare l’età anagrafica.
Non possono richiedere questo beneficio coloro già percettori di una pensione diretta o chi ha già esercitato in passato la facoltà di rinuncia ai contributi previdenziali ma non ha ancora raggiunto l’età limite richiesta dalla normativa vigente. Il beneficio si applica a tutti i rapporti di lavoro dipendente attuali o futuri ed è automaticamente esteso anche nei casi in cui vi sia un cambio datore di lavoro.
Incremento dello stipendio: quanto si guadagna?
L’effetto diretto del rinnovo del bonus Maroni si traduce in un incremento significativo dello stipendio netto percepito dai lavoratori coinvolti nella misura. L’aliquota contributiva standard pari al nove virgola diciannove percento viene azzerata grazie all’incentivo; pertanto ciò comporta un risparmio diretto sui costi sostenuti dal dipendente stesso.
Ad esempio, prendendo come riferimento uno stipendio lordo mensile pari a duemila euro, il risparmio derivante dall’esclusione della quota Ivs sarà pari a circa centottantatre euro mensili netti; su uno stipendio lordo maggiore come quello da tremila euro lo sgravio ammonterebbe invece a circa duecentosettantacinque euro netti ogni mese.
Secondo quanto indicato nella circolare Inps n.102/2025 riguardo agli importi corrisposti tramite questo incentivo economico non sono soggetti ad imposizione fiscale Irpef; quindi tutte le somme indicate nelle tabelle relative agli aumenti salariali sono considerate nette dal punto fiscale.
Questa opportunità rappresenta dunque una scelta strategica importante per molti lavoratori italiani che desiderano continuare la propria carriera professionale pur avendo già maturati diritti previdenziali significativi.