Sciopero generale e manifestazione a Roma: protesta contro il riarmo e la politica di sicurezza

Il 21 giugno 2025, Roma ospiterà un corteo contro le politiche di sicurezza del governo italiano e il vertice NATO, con forti tensioni sociali e manifestazioni per la pace.
Sciopero generale e manifestazione a Roma: protesta contro il riarmo e la politica di sicurezza - Socialmedialife.it

Il 21 giugno 2025, Roma si prepara a una giornata di forti tensioni sociali. Dopo lo sciopero generale indetto dai sindacati di base, oggi è in programma un corteo che partirà da Piazzale Ostiense alle 14 per raggiungere il Colosseo. Le proteste si concentrano sulla politica di sicurezza del governo italiano, accusato di voler aumentare gli armamenti in un contesto internazionale già critico.

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Sciopero generale: adesioni e disagi nei trasporti

Ieri, lo sciopero proclamato per 24 ore dai sindacati autonomi Usb, Cub e Cobas ha visto una partecipazione limitata nel settore dei trasporti pubblici romani. Le adesioni sono state inferiori al 30%, attestandosi al 26,8%. Tuttavia, l’impatto sui servizi è stato significativo. Molti treni sono stati cancellati e ci sono stati ritardi presso la stazione Termini. Nonostante le linee della metropolitana siano rimaste operative con solo una chiusura temporanea sulla linea A a Re di Roma, altre linee come la Metromare e la Termini-Centocelle hanno subito sospensioni fino alle ore 17.

Gli autobus hanno registrato numerosi intoppi con molte corse saltate completamente. Anche i servizi gestiti da aziende come Roma Tpl e Cotral hanno risentito dello sciopero. I presidi organizzati dai sindacati si sono svolti davanti alla sede della Leonardo in via Marcello Prestinari nel quartiere Prati e presso Ferrovie dello Stato in piazza della Croce Rossa.

Durante queste manifestazioni i partecipanti hanno intonato cori che invitavano al “sabotaggio”, segno evidente dell’aumento della tensione sociale attorno ai temi del riarmo militare e delle spese per la difesa.

Corteo contro il vertice Nato: obiettivi comuni

La manifestazione odierna rappresenta un proseguimento delle rivendicazioni espresse nello sciopero precedente ed è strettamente legata al vertice Nato che avrà luogo domani all’Aja. Questo incontro affronterà questioni cruciali come l’autosufficienza militare europea ed un possibile aumento delle spese fino al 5% del Pil degli Stati membri.

Il movimento Stop Rearm Europe ha raccolto oltre 500 sigle tra cui reti italiane per la pace, sindacati ed associazioni come Emergency e Greenpeace. La protesta mira a far sentire forte il dissenso verso le politiche governative sia italiane che europee riguardanti gli armamenti.

Le rivendicazioni degli organizzatori non si fermano solo alla critica verso il governo italiano ma abbracciano anche posizioni contro Israele ed esprimono preoccupazioni riguardo all’autoritarismo globale. Sui social network iniziano ad apparire striscioni con slogan diretti contro Stati Uniti ed Unione Europea; frasi che parlano apertamente di combattere “contro la guerra imperialista” evidenziano l’urgenza percepita dagli attivisti rispetto ai conflitti internazionali attuali.

Percorso del corteo: simbolismo della protesta

Il corteo odierno seguirà un percorso ben definito partendo da Porta San Paolo attraverso viale della Piramide Cestia fino ad arrivare infine al Colosseo, passando per diverse piazze storiche romane come piazza Albania e piazza Aventino.

Una volta giunti a destinazione i promotori intendono inscenare una dimostrazione simbolica distendendosi a terra mentre diffonderanno suoni registrati dei bombardamenti su Gaza; questo gesto vuole rendere visibile attraverso i loro corpi il genocidio ancora in atto nei confronti del popolo palestinese così come le devastazioni portate dalle guerre nel mondo contemporaneo.

Parallelamente alla manifestazione principale ci sarà anche un presidio più radicale organizzato dal gruppo Potere al Popolo insieme ai membri del sindacato Usb; questi ultimi si raduneranno all’Esquilino sempre alle ore 14 in Piazza Vittorio per esprimere ulteriormente le loro posizioni critiche nei confronti dell’alleanza NATO.