Ferrara, con la sua ricca storia e i suoi paesaggi suggestivi, è diventata nel corso degli anni un importante set cinematografico. Registi di fama nazionale e internazionale hanno scelto questa città estense come sfondo per le loro opere, contribuendo a creare un legame indissolubile tra il grande schermo e i luoghi più rappresentativi della provincia. Questo articolo esplora i film girati a Ferrara, i registi che l’hanno immortalata e gli aneddoti che rendono unica la sua presenza nel panorama cinematografico.
Le radici ferraresi del cinema italiano
Ferrara è stata la culla di alcuni dei più importanti registi italiani del Novecento. Michelangelo Antonioni, Florestano Vancini e Folco Quilici sono figure emblematiche che hanno lasciato un segno indelebile nella settima arte. Antonioni ha dedicato gran parte della sua vita alla sua città natale; oltre 47mila oggetti appartenenti al regista sono stati donati a Ferrara, creando così un museo permanente presso Palazzo Massari. Questa collezione non solo celebra il suo genio artistico ma rende omaggio alle sue origini.
Florestano Vancini ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione di nuove generazioni di cineasti attraverso la scuola di cinema fondata nel 2019 da Stefano Muroni, inizialmente intitolata in suo onore prima di diventare Blow-up Academy. La figura di Folco Quilici è altrettanto significativa: il Comune ha istituito un premio in suo nome per riconoscere coloro che si distinguono nel campo del documentario e della cultura visiva.
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Questi tre registi non solo hanno elevato il nome di Ferrara nell’ambito cinematografico ma hanno anche contribuito a formare l’identità culturale della città stessa attraverso le loro opere.
Il fiume Po come protagonista
Il fiume Po rappresenta uno dei simboli più forti dell’immaginario padano ed è stato utilizzato come set in numerosi film significativi. “Il mulino del Po” diretto da Alberto Lattuada porta sullo schermo le storie legate al fiume tratte dal romanzo omonimo di Riccardo Bacchelli; qui la natura fluviale diventa quasi una protagonista silenziosa delle vicende narrate.
Inoltre, il Po fa da sfondo alle lotte partigiane nell’episodio finale del neorealista “Paisà” diretto da Roberto Rossellini. Anche Luchino Visconti lo utilizza per raccontare una tormentata storia d’amore in “Ossessione” , dove le acque scorrono parallele ai sentimenti dei protagonisti interpretati da Massimo Girotti e Clara Calamai.
Un altro film iconico è “La donna del fiume” diretto da Mario Soldati, che vede Sofia Loren nei panni principali; questo lavoro ha portato alla luce non solo l’anima popolare del Delta ma anche tradizioni culinarie locali come la salama da sugo grazie al reportage Rai “Viaggio nel Delta del Po” realizzato dallo stesso Soldati due anni dopo.
Non mancano infine documentari significativi: Antonioni con “Gente del Po” cattura immagini evocative della vita fluviale mentre Vancini insieme ad Adolfo Baruffi realizza “Alluvione e Uomini della pianura” , fissando nei fotogrammi bianchi e neri l’essenza dura ma affascinante dell’esistenza lungo il fiume.
Giorgio Bassani: memoria storica ed emozioni sul grande schermo
Quando si parla dell’eredità culturale ferrarese non si può prescindere dal contributo letterario di Giorgio Bassani. Il suo romanzo “Il giardino dei Finzi-Contini” ha ispirato Vittorio De Sica nella realizzazione dell’omonimo film vincitore dell’Oscar nel 1970; questa opera rimane uno dei capisaldi della narrativa italiana legata all’identità ferrarese durante gli anni bui delle persecuzioni razziali.
Anche “La lunga notte del ’43”, pur senza Oscar ma premiato con il nastro d’argento per la regia di Vancini nel 1960, racconta eventi tragici avvenuti proprio nei luoghi simbolo citati nelle opere dello scrittore bassaniano; questo film mette in luce l’eccidio avvenuto a Corso Martiri della Libertà durante la Seconda Guerra Mondiale.
Infine “Gli occhiali d’oro” , diretto da Giuliano Montaldo presenta una narrazione intensa sull’oppressione vissuta dalla comunità ebraica locale utilizzando location emblematiche come sinagoghe o portici storici che arricchiscono ulteriormente il racconto visivo sulla memoria collettiva ferrarese.
Pupi Avati: gotiche atmosfere padane
Le campagne attorno a Ferrara sono state scelte anche dal regista Pupi Avati per ambientare alcune delle sue pellicole più celebri. Film come “La casa dalle finestre che ridono” segnano l’ingresso dello stile horror nelle atmosfere rurali emiliane mentre “Il signor Diavolo” riporta Avati ai temi gotici esplorando nuovamente questi luoghi carichi di mistero.
Altri titoli degni nota includono “Thomas e gli indemoniati” , “Le stelle nel fosso” fino all’ultimo progetto intitolato “L’orto americano”, previsto per quest’anno; tutti questi lavori confermano quanto sia fertile creativamente questo territorio ricco sia dal punto di vista paesaggistico sia culturale.
Riscoperta recente tra fiction televisive internazionali
Negli ultimi anni Ferrara ha attratto nuovamente attenzioni internazionali grazie alla scelta degli sceneggiatori contemporanei che vedono nella città estense lo scenario ideale per thriller o drammi familiari. Serie tv quali ‘Nebbie & Delitti’ o ‘Amanti & Segreti’, ambientate qui confermano quanto queste atmosfere rarefatte possano essere perfette per raccontare storie intrise tanto d’introspezione quanto mistero.
Nel 2022 anche Hollywood si è interessata alla bellezza architettonica locale con ‘Lamborghini: The Man Behind the Legend’, diretta Bobby Moresco dove Cento diventa fulcro narrativo attorno alla figura imprenditoriale iconica italiana conosciuta globalmente – ripercorrendo strade storiche fino ad arrivare agli stabilimenti produttivi originali.
Carlo Rambaldi: dall’Italia agli Oscar
Infine impossibile tralasciare Carlo Rambaldi quando parliamo degli intrecci fra cinema mondiale ed eredità ferrarese poiché fu lui creatore degli effetti speciali iconici vinti ben tre volte agli Academy Awards – famoso soprattutto grazie ai personaggi indimenticabili creativi quali ET o King Kong. La sua figura continua ad essere celebrata attraverso murales dedicatigli presenti presso Jolanda Di Savoia, villaggio storico custode visivo delle memorie artistiche locali legate al mondo della settima arte.