Meta, il colosso tecnologico che controlla Facebook e Instagram, ha recentemente annunciato un’importante acquisizione nel campo dell’intelligenza artificiale. L’azienda ha investito 14,3 miliardi di dollari per acquisire il 49% di Scale AI, una società specializzata nella gestione dei dati per lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale. Questa mossa rappresenta un tentativo strategico da parte di Meta per migliorare la sua posizione in un settore dove si trova attualmente a inseguire i concorrenti.
L’acquisizione e il nuovo progetto
L’accordo prevede che Alexandr Wang, fondatore e CEO di Scale AI, entri a far parte del team Meta con l’obiettivo di guidare un nuovo progetto dedicato allo sviluppo della cosiddetta “superintelligenza”. Questo termine è stato utilizzato da Mark Zuckerberg per descrivere una visione ambiziosa ma ancora poco definita riguardo alle future capacità delle intelligenze artificiali. Nonostante i recenti sforzi con il lancio del servizio Meta AI all’interno delle piattaforme social del gruppo, l’azienda ha riconosciuto le sue difficoltà nell’ambito delle intelligenze artificiali generative.
Meta sta cercando disperatamente di recuperare terreno rispetto a competitor come OpenAI e Anthropic. Queste aziende hanno sviluppato modelli linguistici avanzati come GPT-4 e Claude, mentre Scale AI si concentra sulla classificazione e cura dei dati grezzi necessari alla creazione degli stessi modelli. Con questa acquisizione, Meta non solo ottiene accesso a una vasta quantità di dati preziosi ma anche la guida esperta necessaria per potenziare la propria divisione dedicata all’intelligenza artificiale.
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I problemi recenti con l’intelligenza artificiale
Negli ultimi mesi sono emersi segnali preoccupanti riguardo alle performance delle tecnologie IA sviluppate da Meta. A maggio scorso è stato rinviato il lancio del modello Behemoth dopo che le sue prestazioni erano state giudicate insoddisfacenti durante test interni. Inoltre, l’azienda è stata accusata di manipolare i risultati ottenuti dai suoi modelli Scout e Maverick; quest’ultimo era stato elogiato dallo stesso Zuckerberg in precedenti dichiarazioni.
In particolare, Maverick aveva mostrato risultati promettenti su LM Arena – una piattaforma dove gli utenti possono testare vari modelli linguistici – ma alcuni utenti hanno notato discrepanze tra la versione pubblica del modello e quella presentata nei test comparativi. Questi incidenti hanno contribuito ad alimentare scetticismi sulla credibilità dell’operato dell’azienda nel campo emergente delle intelligenze artificiali generative.
La competizione nel reclutamento degli esperti
La reputazione danneggiata nell’ambito della tecnologia IA ha reso difficile per Meta attrarre talenti altamente specializzati in questo settore competitivo. Recentemente Sam Altman, CEO di OpenAI, ha rivelato che molti dei suoi dipendenti ricevettero offerte lucrative da parte della compagnia fondata da Zuckerberg; tuttavia nessuno dei migliori professionisti accettò queste proposte.
Secondo quanto riportano fonti autorevoli come The Economist, Zuckerberg sarebbe disposto a investire oltre un miliardo solo per reclutare nuovi esperti nel campo dell’intelligenza artificiale ed avrebbe avviato discussioni su possibili ulteriori acquisizioni o investimenti in altre start-up innovative come Thinking Machines o Safe Superintelligence.
Le sfide interne alla divisione IA
Nonostante gli ingenti investimenti effettuati negli anni passati nell’ambito dell’intelligenza artificiale – utilizzata anche per miglioramenti nelle campagne pubblicitarie su Facebook – Meta sembra aver accumulato ritardi significativi rispetto ai concorrenti più agili sul mercato attuale delle IA generative. La divisione dedicata all’intelligenza artificiale è guidata dal noto ricercatore Yann LeCun dal 2013; tuttavia egli stesso critica apertamente i limiti dei modelli linguistici moderni.
Questa divergenza tra le opinioni espresse da LeCun riguardo ai progressivi sviluppi tecnologici ed il crescente interesse verso le applicazioni pratiche degli LLM potrebbe spiegare perché laboratori interni come FAIR abbiano ricevuto meno attenzione negli ultimi tempi rispetto ad altri progetti prioritari legati alle tecnologie generative.
Recentemente Joelle Pineau ha annunciato la sua uscita dalla direzione dello stesso laboratorio dopo due anni al comando; questo evento segna ulteriormente le difficoltà interne alla struttura organizzativa dedicata all’intelligenza artificiale presso Meta.
Un futuro incerto
L’investimento in Scale AI potrebbe rappresentare una svolta significativa nella strategia aziendale volta al potenziamento della ricerca sull’intelligenza artificiale presso Meta. Tuttavia rimane incerta l’efficacia immediata: ci vorranno probabilmente sei mesi prima che emergano risultati tangibili dalle nuove iniziative guidate dal team sotto Wang. In uno scenario competitivo caratterizzato dalla rapidità evolutiva della tecnologia IA, ogni giorno perso può avere conseguenze rilevanti sul posizionamento futuro dell’azienda nel mercato globale.