Lo squalo compie 50 anni: l’eredità di un film che ha cambiato la percezione degli squali

Il 20 giugno 2025 si celebra il cinquantesimo anniversario di “Lo squalo”, film che ha rivoluzionato l’immagine degli squali e stimolato ricerche scientifiche sulla loro biologia e comportamento.
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Il 20 giugno 2025 segna il cinquantesimo anniversario di “Lo squalo“, il celebre film diretto da Steven Spielberg nel 1975. Questo lungometraggio non solo ha rivoluzionato il concetto di blockbuster estivo, ma ha anche avuto un impatto significativo sulla percezione pubblica degli squali. La pellicola ha innescato paure e curiosità nei confronti di una specie marittima che fino ad allora era stata poco studiata e compresa.

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L’impatto culturale e scientifico del film

Lo squalo” è considerato uno dei film più influenti della storia del cinema, non solo per i suoi incassi straordinari, ma anche per come ha plasmato l’immagine degli squali nella cultura popolare. Secondo un articolo del New York Times, esperti nel campo della biologia marina hanno rivelato quanto profondamente siano stati colpiti dalla rappresentazione dello squalo bianco nel film. Alcuni di loro hanno persino scelto di dedicarsi alla ricerca sugli squali dopo aver visto la pellicola.

La rappresentazione drammatica dello squalo bianco come predatore spietato ha portato a una maggiore attenzione verso questi animali, stimolando sia ricerche scientifiche che discussioni pubbliche sul loro comportamento e habitat. Il gergo utilizzato dai personaggi del film è diventato parte integrante delle conversazioni tra scienziati marini, evidenziando come “Lo squalo” abbia permeato anche il linguaggio tecnico della disciplina.

La ricerca sugli squali bianchi: progressi e scoperte recenti

Dalla sua uscita nelle sale, la ricerca sugli squali bianchi ha fatto notevoli progressi. Sono state identificate circa 500 specie diverse di squali; tuttavia, lo squalo bianco continua a ricevere l’attenzione principale da parte dei ricercatori. È interessante notare che gli scienziati hanno deciso di abbandonare l’aggettivo “grande” dal nome comune dell’animale per evitare confusione: non esiste differenza tra “squalo bianco” e “grande squalo bianco“.

Negli ultimi decenni si è assistito a un cambiamento nella percezione dello squalo bianco stesso. Un tempo visto come una minaccia costante per gli esseri umani, ora viene riconosciuto come una creatura complessa con comportamenti migratori affascinanti. Può vivere fino a settanta anni ed è noto per le sue abilità nella caccia ai mammiferi marini.

Nel contesto delle sue migrazioni naturali, alcuni esemplari sono tornati negli stessi luoghi in cui si svolgono le vicende del film: Cape Cod in Massachusetts. Qui si osserva un aumento delle popolazioni locali di foche dopo la riduzione della caccia commerciale nei loro confronti.

I misteri ancora irrisolti degli squali bianchi

Nonostante i progressi significativi nella comprensione degli squali bianchi, rimangono domande senza risposta riguardo al loro comportamento migratorio lungo la costa orientale degli Stati Uniti. Gli scienziati conoscono i luoghi dove avviene l’accoppiamento e dove nascono i cuccioli; sorprendentemente questo avviene vicino a New York City.

Greg Skomal, biologo marino attivo nello studio degli squali bianchi al Massachusetts Division of Marine Fisheries, definisce questa mancanza d’informazioni sul comportamento post-accoppiamento il “sacro Graal” della ricerca sui pesci cartilaginei. Nonostante siano stati tracciati diversi esemplari attraverso tecnologie avanzate negli ultimi anni grazie all’uso dei marcatori GPS subacquei, resta ancora da chiarire cosa facciano realmente durante queste fasi cruciali della vita.

Nel 2018 è stata confermata l’esistenza di un vivaio per gli squali bianchi nelle acque al largo dell’isola Long Island; questa scoperta sottolinea quanto possa essere sorprendente trovare tali ambienti vitalmente importanti così vicino a grandi centri urbani come New York City.

Tobey Curtis, esperto nell’ambito della zoologia marina commenta: “Chi avrebbe mai pensato che bastasse allontanarsi pochi chilometri dal porto di New York per trovare dei cuccioli?” Questa affermazione mette in luce quanto ci sia ancora da esplorare riguardo alla vita segreta degli abitanti più enigmatici dei nostri mari.