La campagna di scavo condotta dall’Università degli Studi di Catania, in collaborazione con il Politecnico di Bari e il Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi, si è conclusa con risultati rilevanti nell’area del teatro ellenistico di Agrigento. Le ricerche hanno messo in luce importanti elementi architettonici e materiali che offrono nuove informazioni sulla storia dell’antica città.
Obiettivi della campagna di scavo
Quest’anno, le indagini si sono concentrate principalmente sulla summa cavea del teatro. Gli archeologi hanno cercato di individuare i tagli di fondazione dei muri che sostenevano la struttura. Grazie a un’analisi preliminare dei materiali rinvenuti, è stata identificata una fase edilizia significativa risalente all’epoca tardo repubblicana-proto imperiale. Questo periodo storico è cruciale per comprendere l’evoluzione architettonica della zona e il suo sviluppo culturale.
Le operazioni sono state meticolose; ogni strato scavato ha fornito indizi su come gli antichi agrigentini costruivano i loro edifici pubblici e quali tecniche utilizzavano per garantire la stabilità delle strutture. La scoperta dei tagli di fondazione rappresenta un passo importante nella ricostruzione storica dell’intero complesso teatrale.
Scoperte presso l’analemma occidentale
Le indagini non si sono limitate alla summa cavea; anche l’analemma occidentale ha rivelato tracce significative della frequentazione tardiva del sito. Durante gli scavi, sono state identificate piccole nicchie lungo le strutture murarie del teatro, insieme a resti di un complesso porticato testimoniati dai rocchi delle colonne ritrovate.
Queste evidenze suggeriscono che il teatro non fosse solo un luogo dedicato agli spettacoli ma anche uno spazio multifunzionale dove avvenivano diverse attività sociali ed economiche. La presenza delle nicchie potrebbe indicare aree destinate a funzioni specifiche o addirittura spazi dedicati al culto o alla celebrazione di eventi particolari.
Ricerche nell’area della fontana
Un altro settore d’indagine ha riguardato l’area della fontana, dove gli archeologi hanno concentrato i loro sforzi su due fronti principali: la parte sud del monumento per identificare possibili accessi e la zona est per collegare quest’area alle strutture circostanti del teatro.
Sotto imponenti strati di crollo composti da coppi, tegole ed elementi architettonici variabili, sta emergendo un palinsesto complesso difficile da interpretare completamente al momento attuale. I reperti rinvenuti finora – tra cui monete antiche, frammenti edilizi e tessere decorative in mosaico – suggeriscono che qui esistesse un articolato sistema edilizio risalente all’epoca tardo antica.
Il Parco Archeologico ha sottolineato come questi materiali possano far parte di una struttura monumentale composta da diversi vani interconnessi tra loro. L’importanza storica dello scavo è evidente: ogni nuovo reperto contribuisce a delineare meglio le abitudini quotidiane degli abitanti dell’antica Agrigento e arricchisce ulteriormente il patrimonio culturale locale.
La terra continua quindi a celare straordinarie meraviglie pronte ad essere esplorate ulteriormente dagli studiosi nei prossimi anni.