Roma si prepara a una nuova era urbanistica: il piano di Stefano Boeri per la Capitale

Stefano Boeri presenta un piano urbanistico innovativo per Roma, puntando su microquartieri, valorizzazione delle risorse idriche e integrazione dell’archeologia per trasformare la Capitale nei prossimi decenni.
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Stefano Boeri, noto architetto famoso per i suoi “boschi verticali”, è stato incaricato dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, di elaborare un ambizioso piano urbanistico per la città. Questo progetto mira a trasformare la Capitale attraverso microquartieri e un approccio innovativo all’archeologia. Presentato recentemente in Campidoglio, il piano offre una visione dettagliata su come sviluppare Roma nei prossimi decenni.

Un nuovo approccio alla città

Boeri ha formato un team composto da dieci architetti, tra cui due senior e otto giovani under 35, dando vita al Laboratorio Roma 050. Questo studio ha mappato i progetti già in corso e ha proposto idee fresche per lo sviluppo urbano della Capitale nei prossimi 10-30-50 anni. L’architetto milanese ha evidenziato l’importanza delle tre direttrici principali del progetto: acqua, archeologia e ripensamento del Grande Raccordo Anulare .

Durante il suo lavoro a Roma, Boeri è rimasto colpito dalla quantità di iniziative già avviate grazie ai fondi destinati al Giubileo e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza . Ha notato una “vibrazione” positiva nella città che non si aspettava. Il suo obiettivo principale è quello di creare 252 microquartieri che possano formare una sorta di arcipelago urbano. Ogni rione avrà così l’opportunità di mantenere la propria identità forte mentre si cerca un modo per riconnettere le diverse comunità.

Sfruttare le risorse idriche della Capitale

Uno degli aspetti chiave del piano riguarda l’utilizzo dei corsi d’acqua presenti nella Capitale. Boeri sottolinea che sebbene ci siano molte fonti d’acqua a Roma, spesso queste restano invisibili o trascurate dai cittadini. Ad esempio, il fiume Aniene potrebbe essere valorizzato con parchi simili a quelli dell’Appia Antica; anche il Tevere potrebbe diventare più accessibile attraverso tratti navigabili fino ad Ostia.

Inoltre, l’architetto propone miglioramenti alla rete ferroviaria esistente e alle linee metropolitane attuali con l’intento di riattivare anche linee secondarie abbandonate nel passato. Questi interventi potrebbero facilitare gli spostamenti all’interno della città rendendola più vivibile ed integrata.

Un altro punto cruciale è rappresentato dal GRA: Boeri immagina questa infrastruttura come un “magnete urbano”, capace non solo di gestire il traffico ma anche di integrare natura e sviluppo urbano in modo armonioso.

L’importanza dell’archeologia nel nuovo progetto

Il tema dell’archeologia riveste un ruolo fondamentale nel piano presentato da Boeri. Gli architetti hanno concepito un sistema archeologico diffuso che colleghi centro e periferia della città; questo approccio potrebbe aprire nuove rotte turistiche liberando spazi preziosi nel cuore storico della Capitale.

Boeri racconta delle sue recenti esperienze presso luoghi storici come la Domus Aurea insieme all’architetto Rem Koolhaas; entrambi sono rimasti affascinati dalla bellezza senza tempo dei siti archeologici romani durante una visita durata quasi due ore senza parole.

Questa interconnessione tra modernità e storia rappresenta uno degli obiettivi principali del Laboratorio Roma 050: valorizzare le ricchezze culturali della Capitale mentre si costruisce verso il futuro.

Il lavoro svolto da Stefano Boeri segna quindi l’inizio di una nuova fase nella pianificazione urbana romana; ora resta da vedere come queste idee verranno implementate concretamente nei prossimi anni.