A distanza di nove anni dal devastante terremoto che ha colpito il centro Italia, Amatrice continua a fare i conti con una ricostruzione lenta e incerta. La storia di Mario Sanna, padre di una delle vittime del sisma, mette in luce le difficoltà e le poche certezze che caratterizzano la vita quotidiana degli abitanti della zona. Attraverso il suo impegno e le sue proteste, Sanna ha cercato di richiamare l’attenzione su un territorio ancora in ginocchio.
La protesta di Mario Sanna
Nel 2021, Mario Sanna avviò uno sciopero della fame durato 21 giorni per chiedere un intervento urgente a favore dei cittadini che vivevano in affitto al momento del sisma nel 2016. Questo gesto estremo è stato motivato dalla mancanza di supporto concreto da parte delle istituzioni per chi si trovava in situazioni vulnerabili dopo il terremoto. Nel 2022, Sanna ha ripetuto l’azione per altri dodici giorni, questa volta chiedendo la creazione di un fondo statale dedicato alle famiglie delle vittime delle grandi catastrofi.
La perdita del figlio Filippo durante quel tragico evento ha spinto Mario a diventare un attivista per i diritti dei familiari delle vittime. La sua lotta non è solo personale; rappresenta anche quella di molte altre famiglie che continuano ad affrontare le conseguenze della tragedia. Le sue azioni hanno attirato l’attenzione su una realtà spesso trascurata dai media e dalle istituzioni.
Le sfide della ricostruzione
Il passare degli anni non ha portato i risultati sperati nella ricostruzione dell’area colpita dal sisma. Molti residenti sono ancora senza casa o vivono in condizioni precarie mentre attendono risposte sulle loro richieste d’indennizzo o sui progetti abitativi promessi dalle autorità locali e nazionali. L’economia locale stenta a riprendersi: agricoltura e turismo sono settori fondamentali ma vulnerabili agli eventi atmosferici estremi.
Recentemente, un nubifragio ha ulteriormente aggravato la situazione agricola già compromessa dalla scossa sismica del 2016. Alcuni agricoltori hanno chiesto ufficialmente lo stato di calamità naturale per poter ricevere aiuti immediati e necessari alla sopravvivenza delle loro attività.
Le difficoltà economiche si riflettono anche sulla vita sociale degli abitanti: molti giovani lasciano Amatrice alla ricerca di opportunità altrove mentre gli anziani rimangono legati al proprio territorio ma senza prospettive future chiare.
Il fondo di supporto alle famiglie
In risposta alle esigenze emerse negli ultimi anni, è nato il “Fondo di supporto per le famiglie delle vittime” voluto dal Comune di Amatrice con l’intento specifico d’offrire assistenza economica ai familiari colpiti dal terremoto del 2016. Questo fondo mira a garantire risarcimenti adeguati ai parenti delle vittime ed è visto come una misura necessaria nel lungo processo verso la ricostruzione materiale ed emotiva della comunità locale.
Mario Sanna considera questo fondo come una battaglia fondamentale non solo per sé stesso ma anche per tutte quelle persone che hanno subito perdite irreparabili durante il sisma. L’istituzione del fondo rappresenta infatti uno strumento concreto attraverso cui affrontare le sfide legate alla rinascita sociale ed economica dell’area devastata dagli eventi naturali.
La creazione del Fondo segna quindi un passo importante verso la costruzione d’un futuro più sicuro e dignitoso per coloro che continuano a vivere con il peso della tragedia sulle spalle ogni giorno.