Il Teatro Regio di Torino ha inaugurato la stagione d’opera 2024-2025 con una nuova produzione di “Andrea Chénier”, il dramma storico di Umberto Giordano. L’opera, che racconta le vicende del poeta francese durante la Rivoluzione Francese, è stata presentata con un cast di artisti di alto livello e una direzione musicale curata da Andrea Battistoni. Tuttavia, le recite hanno sollevato diverse critiche riguardo alla regia e alla gestione dei tempi.
Il cast dell’opera
La rappresentazione ha visto sul palco nomi noti della lirica internazionale. Angelo Villari ha interpretato il protagonista Andrea Chénier, mentre Aleksei Isaef si è calato nei panni del baritono Carlo Gérard. Vittoria Yeo ha dato vita a Maddalena di Coigny, affiancata da Albina Tonkikh nel ruolo della mulatta Bersi e Federica Giansanti come Contessa di Coigny. La compagnia si completa con Manuela Custer , Niccolò Ceriani , Vincenzo Nizzardo e Riccardo Rados nel ruolo dell’Incredibile.
La direzione musicale è stata affidata ad Andrea Battistoni, che ha guidato l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio in un’esecuzione caratterizzata da momenti intensi ed emozionanti. La regia è stata curata da Giancarlo del Monaco, mentre le scene sono state progettate da Daniel Bianco.
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Critiche alla durata dello spettacolo
Le recite torinesi hanno suscitato malcontento tra gli spettatori per la lunghezza complessiva dello spettacolo: oltre 200 minuti suddivisi in tre intervalli di mezz’ora ciascuno. Questo aspetto ha generato lamentele diffuse tra il pubblico presente in sala; molti spettatori hanno trovato difficile giustificare una simile estensione temporale per un’opera che normalmente dura circa due ore.
L’organizzazione degli intervalli si è rivelata problematica soprattutto per chi doveva tornare a casa dopo lo spettacolo utilizzando i mezzi pubblici non sempre efficienti nelle ore serali. Le critiche non si sono limitate solo ai tempi morti; anche la scelta stilistica della regia ha sollevato interrogativi sulla coerenza narrativa dell’opera.
Una regia controversa
La visione artistica proposta dal regista Giancarlo del Monaco presenta elementi fortemente contrastanti rispetto all’originale contesto storico dell’opera. Le scelte scenografiche e luminose tendono a creare un’atmosfera cupa e violenta che distoglie dall’essenza romantica dei personaggi principali coinvolti nella tumultuosa epoca rivoluzionaria.
Le scene sono caratterizzate dalla presenza di armi moderne come kalashnikovs, creando uno stridente contrasto con l’ambientazione storica della fine del ‘700 francese. Questa scelta stilistica sembra voler trasmettere un messaggio morale piuttosto che rimanere fedele al racconto originale dei sentimenti umani legati agli eventi storici narrati nell’opera.
I costumi disegnati da Jesus Ruiz variano notevolmente tra i diversi quadri: dal sovraccarico rococò iniziale fino a scelte più sobrie nei quadri successivi; questo cambiamento riflette ulteriormente l’intento registico ma contribuisce anche alla confusione generale percepita dagli spettatori riguardo al messaggio finale dello spettacolo.
Performance vocale degli artisti
Nonostante le polemiche sulla durata dello spettacolo e sulle scelte artistiche discutibili della regia, le performance vocali degli interpreti hanno ricevuto ampi consensi dal pubblico presente nelle varie repliche dell’opera. Vittoria Yeo nel ruolo della Maddalena si distingue per la sua preparazione tecnica ed espressività emotiva; particolarmente apprezzabile è stata la sua interpretazione nella celebre aria “Mamma Morta”.
Angelo Villari offre una prova convincente nel suo ruolo principale: pur alternandosi con Gregory Kunde durante alcune recite senza sfigurare mai sul palcoscenico grazie alle sue doti attoriali naturali ed espressive. Aleksei Isaef emerge come uno dei protagonisti più apprezzati grazie alle sue indubbie qualità vocali e carisma scenico; il suo Carlo Gérard riesce ad attrarre simpatie anche nei momenti più drammaticamente intensi delle performance.
Al termine delle rappresentazioni, gli applausi calorosi riservati ai protagonisti dimostrano quanto sia stato apprezzato lo sforzo collettivo messo in campo dai cantanti coinvolti nell’allestimento torinese de “Andrea Chénier”.