Il Senato approva il One Big Beautiful Bill Act: tensioni nel partito repubblicano

Il Senato degli Stati Uniti approva il controverso One Big Beautiful Bill Act, ma emergono dissensi tra i repubblicani riguardo a spesa pubblica e tagli a programmi come Medicaid.
Il Senato approva il One Big Beautiful Bill Act: tensioni nel partito repubblicano - Socialmedialife.it

Il Senato degli Stati Uniti ha approvato il controverso One Big Beautiful Bill Act, un pacchetto di politiche fiscali sostenuto dal presidente Trump. Con un voto finale di 51 a 50, la misura ora attende l’approvazione della Camera dei Rappresentanti. Tuttavia, all’interno del partito repubblicano emergono dissensi significativi, con tre senatori che si sono opposti all’aumento della spesa pubblica e ai tagli a programmi come Medicaid.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di
notizie personalizzato

Seguici ora

La vittoria risicata dei repubblicani sul One Big Beautiful Bill Act

La maratona notturna che ha portato al voto finale sul One Big Beautiful Bill Act è stata caratterizzata da intense discussioni e numerosi emendamenti. I leader del Partito Repubblicano hanno lavorato per convincere i senatori indecisi a sostenere la proposta, estendendo i tempi delle votazioni per cercare di ottenere una maggioranza. Alla fine, grazie al voto decisivo del vicepresidente JD Vance, il disegno di legge ha ottenuto una vittoria risicata.

Il risultato è stato accolto con entusiasmo dai sostenitori dell’amministrazione Trump, ma ha anche messo in luce le divisioni interne al partito. Nonostante l’approvazione della misura in Senato rappresenti un passo importante per i repubblicani, le preoccupazioni riguardo alle conseguenze economiche e sociali del provvedimento continuano a pesare sull’agenda politica.

Cosa prevede il One Big Beautiful Bill Act

Il contenuto del One Big Beautiful Bill Act è ampio e variegato. Tra le principali misure proposte ci sono:

  • Proroga dei tagli fiscali introdotti nel 2017
  • Eliminazione temporanea delle tasse su mance e straordinari
  • Aumento dei fondi destinati alle forze armate
  • Finanziamento per piani legati all’immigrazione
  • Tagli significativi a Medicaid e SNAP
  • Aumento del tetto del debito nazionale fino a 5 trilioni di dollari

Questi ultimi due punti hanno suscitato particolare preoccupazione tra gli esperti economici. Secondo l’Ufficio del Bilancio del Congresso , si stima che il disegno di legge possa aumentare il debito nazionale fino a 3.300 miliardi nei prossimi dieci anni, mentre riduce le entrate statali complessive di circa 4.500 miliardi e comporta tagli alla spesa pubblica pari a circa 1.200 miliardi.

Inoltre, si stima che oltre undici milioni di persone potrebbero perdere la copertura sanitaria entro il 2034 se queste misure venissero attuate senza modifiche sostanziali.

Le opposizioni interne al fronte repubblicano

Nonostante l’approvazione da parte della maggioranza dei senatori repubblicani, tre membri hanno deciso di opporsi alla misura: Rand Paul , Thom Tillis e Susan Collins . Questi senatori hanno espresso forti dubbi sulle implicazioni economiche dell’One Big Beautiful Bill Act.

Thom Tillis ha sollevato interrogativi sulla sostenibilità delle promesse fatte dal presidente Trump riguardo ai fondi per Medicaid: “Cosa dirò ai cittadini della Carolina del Nord fra due o tre anni quando Trump violerà le sue promesse?”, ha dichiarato Tillis dopo aver votato contro la proposta. La sua posizione potrebbe influenzare negativamente la sua rielezione nel prossimo ciclo elettorale; infatti, molti candidati stanno già considerando una sfida alle primarie contro di lui.

Anche Susan Collins si trova in una situazione delicata dopo aver preso parte alla votazione contraria; come moderata nel suo stato potrebbe affrontare pressioni sia dall’ala conservatrice sia dagli elettori più progressisti nella sua regione.

Rand Paul ha evidenziato ulteriormente i rischi associati al provvedimento affermando che “il deficit crescerà enormemente” se dovesse passare così com’è attualmente formulata; questa posizione riflette timori condivisi da altri membri più conservatori all’interno dello stesso partito riguardo alla direzione fiscale intrapresa dalla leadership trumpiana.