In vista della decima Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, che si celebra il primo settembre, Papa Leone XIV ha diffuso un messaggio incisivo e realistico. Il tema scelto è “Semi di pace e di speranza”, in coincidenza con il decennale dell’enciclica Laudato si’, che sottolinea l’importanza di passare dalle parole ai fatti nella lotta contro i danni provocati dal cambiamento climatico.
La terra in rovina
Nel suo messaggio, pubblicato il 2 luglio 2025, Papa Leone XIV affronta con franchezza le problematiche ambientali globali. Il Pontefice evidenzia come fenomeni quali deforestazione, inquinamento e perdita della biodiversità siano alimentati da ingiustizie sociali ed economiche. “La nostra terra – scrive – sta cadendo in rovina.” Le conseguenze del cambiamento climatico sono sempre più visibili: eventi meteorologici estremi si intensificano a causa delle attività umane che danneggiano l’ecosistema.
Il Pontefice richiama anche l’attenzione su come queste crisi ambientali colpiscano maggiormente i più vulnerabili. Le comunità indigene e le popolazioni emarginate sono spesso le prime vittime delle catastrofi naturali e dei conflitti legati alle risorse naturali. La mancanza di giustizia sociale rende queste persone ancora più esposte agli effetti devastanti delle calamità climatiche.
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In questo contesto, è fondamentale riconoscere la responsabilità dei Paesi sviluppati nei confronti delle nazioni meno fortunate. Con riferimento alla prossima Conferenza COP30 prevista a novembre in Brasile, il Pontefice invita a riflettere sul debito ecologico accumulato dai Paesi ricchi nei confronti del Sud del mondo.
Le guerre per le risorse naturali
Papa Leone XIV esprime preoccupazione riguardo alle conseguenze a lungo termine dei conflitti armati sulla natura e sulle comunità vulnerabili. I conflitti non solo distruggono vite umane ma infliggono ferite profonde all’ambiente naturale. L’accesso alle risorse vitali diventa terreno di scontro tra gruppi rivali; terre agricole vengono minate o distrutte dalla politica della “terra bruciata”, mentre fonti d’acqua diventano oggetto di contesa.
Le sofferenze inflitte ai popoli indigeni rappresentano una realtà emblematicamente tragica nel panorama globale attuale. Questi gruppi spesso vedono i loro territori sacri trasformarsi in campi battaglia per interessi economici esterni, perdendo così non solo la loro casa ma anche parte della loro identità culturale.
Il messaggio papale sottolinea quindi quanto sia cruciale affrontare questi problemi con urgenza ed efficacia: proteggere l’ambiente significa anche garantire diritti fondamentali a chi vive nelle aree più colpite dai conflitti legati alle risorse naturali.
Custodire il giardino del mondo
Nella sua riflessione sul rapporto tra uomo e natura, Papa Leone XIV invita tutti ad abbracciare una visione biblica che promuove la custodia responsabile dell’ambiente naturale. Secondo il Pontefice, custodire significa coltivare relazioni reciproche tra esseri umani e natura; implica un impegno attivo nel preservare ciò che ci circonda affinché possa prosperare nel tempo.
“Custodire vuol dire far crescere semi” afferma Leone XIV; questi semi possono germogliare anche nei luoghi più aridi se nutriti dalla speranza cristiana. Attraverso lo Spirito Santo possiamo trasformare desertificazioni spirituale ed ecologica in giardini rigogliosi dove regnano pace e serenità.
Questa visione richiede uno sforzo collettivo da parte della società civile affinché ognuno possa contribuire alla salvaguardia dell’ambiente attraverso azioni concrete quotidiane: dalla riduzione degli sprechi al sostegno pratico verso iniziative locali dedicate alla sostenibilità ambientale.
La cura del creato come questione urgente
Secondo Papa Leone XIV, la giustizia ambientale non può essere considerata un concetto astratto o distante; deve diventare una priorità immediata per tutti noi poiché coinvolge direttamente questioni socialmente rilevanti come quella economica ed antropologica. Per i credenti questa necessità assume una dimensione teologica profonda: prendersene cura è vivere secondo gli insegnamenti cristiani incarnati da Gesù Cristo stesso.
Il Pontefice conclude ribadendo quanto sia vitale agire ora per proteggere coloro che già subiscono gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici causate dall’uomo: “La cura del creato diventa una questione fondamentale sia dal punto di vista umano sia spirituale.”
L’iniziativa del Borgo Laudato si’
Infine, viene menzionato il progetto “Borgo Laudato si’” situato a Castel Gandolfo; un’eredità lasciata da Papa Francesco concepita come esempio concreto su come vivere secondo i principi dell’enciclica Laudato si’. Questo spazio vuole fungere da modello praticabile dove comunità diverse possano unirsi nella ricerca comune della giustizia sociale ed ecologica attraverso azioni quotidiane condivise.
Papa Leone augura infine che questo progetto continui ad ispirare molte persone affinché possano moltiplicarsi quei semi di speranza necessari per costruire insieme un futuro migliore rispettando tanto l’uomo quanto l’ambiente circostante.