La prossima settimana, Giorgia Meloni ed Elly Schlein si troveranno a dover affrontare una situazione complessa al Parlamento europeo: la mozione di sfiducia contro Ursula von der Leyen. Questa iniziativa, presentata da Georghe Piperea del gruppo ECR, ha raccolto 79 firme e mette in evidenza le tensioni politiche all’interno delle diverse fazioni europee. Entrambi i leader politici dovranno navigare tra alleanze e opposizioni per gestire un voto che potrebbe avere ripercussioni significative.
La posizione del Partito Democratico
Per Elly Schlein, la leader del Partito Democratico, il voto sulla mozione rappresenta un vero dilemma. Nonostante le critiche rivolte alla Commissione von der Leyen negli ultimi mesi, i socialisti si trovano nella posizione di dover votare contro una proposta sostenuta dall’estrema destra europea. Questo scenario crea una situazione imbarazzante per il PD, che deve bilanciare le proprie posizioni ideologiche con la necessità di mantenere coesione all’interno della maggioranza.
Il malcontento nei confronti della presidente della Commissione è palpabile tra i membri del PD. Brando Benifei ha sottolineato l’importanza di un chiarimento politico con von der Leyen prima di procedere oltre. I socialisti sono preoccupati per l’orientamento attuale della Commissione e chiedono segnali chiari su questioni cruciali come il bilancio comunitario e l’agenda sociale ed ambientale.
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In questo contesto complicato, non è escluso che alcuni membri possano decidere di non partecipare al voto o astenersi pur mantenendo formalmente la loro opposizione alla mozione presentata dall’ECR.
Le difficoltà per Giorgia Meloni
Anche Giorgia Meloni si trova in una posizione delicata rispetto alla mozione di sfiducia. Sebbene non faccia parte della maggioranza Ursula, dire no a un collega del suo stesso gruppo europeo rappresenta una sfida significativa. La Lega ha già annunciato che voterà a favore della sfiducia insieme ad altri partiti patrioti dell’area conservatrice.
La riunione prevista martedì prossimo tra i membri dell’ECR sarà cruciale nel determinare come ciascuna delegazione affronterà questa questione spinosa. Si prevede che Fratelli d’Italia possa optare per non partecipare al voto piuttosto che schierarsi apertamente contro Ursula von der Leyen dopo aver raggiunto accordi strategici con lei in passato.
L’imbarazzo politico è accentuato dalla gestione dei vaccini Covid da parte della Commissione von der Leyen e dalle modalità attraverso cui sono stati bypassati gli organi parlamentari sul piano degli armamenti europei—tematiche poco gradite ai sostenitori meloniani.
Le reazioni nel Movimento 5 Stelle
All’interno del Movimento 5 Stelle c’è fermento riguardo alla decisione sul voto di sfiducia. Gaetano Pedullà, vicecapodelegazione, ha espresso chiaramente l’intenzione dei grillini: “Non vediamo come possiamo cambiare valutazione rispetto alla sfiducia votata meno di un anno fa.” Questo riflette una certa continuità nelle critiche mosse verso la Commissione von der Leyen da parte dei pentastellati.
Le discussioni interne sono accese anche nel gruppo The Left; ci sono dubbi sulla possibilità di appoggiare un testo proveniente dall’estrema destra europea. Alcuni esponenti hanno suggerito l’opzione dell’astensione o addirittura quella di non partecipare al voto per evitare alleanze scomode con forze politiche avverse ai loro principi fondamentali.
L’incertezza politica nell’Unione Europea
Il clima generale intorno alla mozione evidenzia le fratture politiche all’interno dell’Unione Europea stessa; molti partiti stanno cercando modi alternativi per esprimere dissenso senza compromettere le proprie posizioni ideologiche fondamentali o apparire compiacenti nei confronti delle forze estremiste.
Marco Tarquinio, indipendente eletto coi dem, ha dichiarato la sua intenzione a far sentire forte la sua critica verso questa commissione durante il prossimo voto senza però schierarsi apertamente né contro né a favore della mozione proposta dai colleghi dell’ECR.
Con scadenze importanti all’orizzonte riguardanti bilanci futuri e questioni strategiche legate agli armamenti europei—come messo in evidenza anche dagli ex ministri Enzo Amendola—la situazione rimane fluida mentre tutti gli occhi saranno puntati su Strasburgo giovedì 18 quando avrà luogo il tanto atteso dibattito sul futuro politico dell’Unione Europea sotto la guida attuale della Commissione von der Leyen.