Il Teatro alla Scala di Milano ha deciso di rilanciare il proprio dress code, invitando i suoi spettatori a mantenere un certo decoro durante gli spettacoli. Questa iniziativa, voluta dal nuovo soprintendente Fortunato Ortombina, non prevede un ritorno a frac e cravatte obbligatorie, ma si propone come una forma di rispetto verso l’arte e gli altri spettatori. Le nuove regole hanno suscitato dibattiti tra i frequentatori del teatro.
Un cambio di rotta dopo anni di tolleranza
Con l’arrivo del nuovo sovrintendente Fortunato Ortombina, il Teatro alla Scala segna una netta inversione rispetto alla gestione precedente di Dominique Meyer. Durante il mandato dell’ex sovrintendente, la linea adottata era stata quella della massima apertura nei confronti dei giovani e dei nuovi spettatori. Meyer sosteneva che “l’importante è che vengano, non come sono vestiti”, promuovendo così una cultura dell’inclusione anche attraverso la libertà nell’abbigliamento.
Ora però si volta pagina: le nuove regole stabiliscono chiaramente cosa è considerato adeguato per accedere al prestigioso teatro milanese. Non si tratta più solo di accogliere chiunque senza distinzione; ora c’è l’intento esplicito di richiamare a un comportamento più consono all’ambiente teatrale.
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Regole chiare sul vestiario
Le nuove disposizioni riguardano specificamente ciò che non è permesso indossare all’interno del teatro. Saranno vietati abbigliamenti ritenuti inadeguati come canottiere, pantaloni corti e infradito. A partire dal mese scorso, cartelli ben visibili sono stati affissi all’ingresso della struttura per informare i visitatori delle norme da seguire.
La direzione del teatro ha sottolineato che queste misure non saranno applicate in modo rigido o punitivo; tuttavia chi arriverà con abbigliamento ritenuto inadeguato potrebbe essere respinto all’ingresso senza possibilità di rimborso del biglietto acquistato.
L’evoluzione delle norme nei teatri nel mondo
Nonostante le polemiche suscitate dalla reintroduzione del dress code alla Scala, questo fenomeno non è isolato. Molti teatri nel mondo stanno affrontando sfide simili legate al cambiamento delle abitudini culturali degli spettatori contemporanei. La crescente cultura del “mordi e fuggi” ha messo sotto pressione le tradizionali etichette da palcoscenico.
In particolare i visitatori occasionali o quelli stranieri sembrano spesso trascurare le convenzioni stilistiche attese in luoghi simbolici come la Scala. Questo porta a riflessioni su quanto sia importante mantenere viva la tradizione pur adattandosi ai tempi moderni.
Sfide moderne legate al galateo teatrale
Oltre alle questioni relative al vestiario appropriato, ci sono altre problematiche che affliggono i teatri contemporanei: l’uso invasivo degli smartphone durante gli spettacoli rappresenta una vera sfida per artisti e pubblico stesso. Molti teatri hanno già introdotto divieti sull’uso dei cellulari durante le performance proprio per evitare distrazioni sia agli interpreti sia agli altri spettatori presenti nella sala.
Anche il Teatro Nazionale di Genova ha adottato misure simili contro l’uso dei telefoni cellulari durante gli spettacoli ed alcuni artisti notabili hanno interrotto performance per richiamare all’ordine coloro che utilizzavano dispositivi elettronici in sala.
In aggiunta a ciò vi è anche la questione della somministrazione alimentare: molti spazi culturali ora vietano cibo e bevande portati dall’esterno affinché venga preservata l’atmosfera serena tipica degli eventi teatrali.
Approfondimenti sulla cultura teatrale nella rivista ufficiale
Per chiarire ulteriormente queste nuove linee guida comportamentali oltre alle indicazioni esposte nei cartelli d’ingresso sarà pubblicata un’approfondita sezione sulla rivista ufficiale della Scala nel numero dedicato al mese prossimo disponibile online ed offline. Questa pubblicazione intende affrontare temi legati ai comportamenti da tenere a teatro andando oltre il semplice aspetto dell’abbigliamento ma toccando anche argomenti culturali e socialmente rilevanti oggi giorno.
La nuova direzione sembra voler affrontare con serietà questi aspetti cruciali riguardanti la partecipazione culturale nell’attuale contesto sociale italiano dove inclusività ed etichetta devono trovare un equilibrio sostenibile senza compromettere lo spirito originario dell’esperienza teatrale stessa.