Il Parlamento europeo discute una mozione di censura contro Ursula von der Leyen: ecco cosa sta succedendo

Il Parlamento europeo discute una mozione di censura contro Ursula von der Leyen, con tensioni tra i partiti italiani; la Lega sostiene la mozione, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia mostrano divisioni interne.
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Lunedì scorso, il Parlamento europeo ha avviato un dibattito su una mozione di censura nei confronti della Commissione europea e della sua presidente, Ursula von der Leyen. La votazione è prevista per giovedì prossimo, ma le probabilità che la mozione venga approvata sono minime. Per sfiduciare la Commissione è necessaria una maggioranza dei due terzi dei votanti. Nonostante ciò, questo voto rappresenta un momento significativo per gli equilibri interni tra i vari gruppi politici e per la maggioranza che sostiene von der Leyen.

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Le posizioni dei partiti italiani

La situazione politica italiana si complica ulteriormente con i tre partiti di governo che seguono orientamenti diversi riguardo alla mozione. La Lega ha annunciato il suo sostegno alla mozione di censura, schierandosi quindi contro la Commissione. Al contrario, Forza Italia ribadisce la propria fiducia in von der Leyen e voterà contro la mozione. Fratelli d’Italia si trova in una posizione ambigua: all’interno del partito ci sono divisioni tra chi vorrebbe votare a favore della sfiducia e chi preferirebbe astenersi dal voto.

Questa indecisione crea tensioni interne al partito guidato da Giorgia Meloni, soprattutto considerando il rapporto tra lei stessa e von der Leyen. Meloni deve navigare con attenzione questa situazione poiché ogni scelta potrebbe influenzare l’immagine del suo governo agli occhi dell’elettorato.

Chi promuove la mozione?

Il promotore principale della mozione è Gheorghe Piperea, europarlamentare romeno appartenente al gruppo dei Conservatori e Riformisti , nel quale Fratelli d’Italia detiene un ruolo predominante. Piperea è anche membro del partito Alleanza per l’unità dei romeni , noto per le sue posizioni euroscettiche. Questo legame evidenzia come l’iniziativa sia sostenuta da alleati stretti di Fratelli d’Italia.

La richiesta di sfiducia si basa sul cosiddetto “Pfizergate”, ovvero presunti problemi di trasparenza negli accordi tra von der Leyen e Pfizer riguardanti forniture vaccinali durante la pandemia da Covid-19. In particolare, l’accusa riguarda il mancato rilascio degli SMS scambiati tra von der Leyen e Albert Bourla, CEO di Pfizer; questa questione ha attirato critiche anche da parte del Tribunale dell’Unione Europea.

Le implicazioni politiche del Pfizergate

Per Fratelli d’Italia questo tema risulta delicato poiché negli anni passati aveva già denunciato opacità nei contratti vaccinali firmati dalla Commissione sotto guida von der Leyen; Meloni stessa aveva definito “scandaloso” il modo in cui erano stati resi noti tali contratti quando era all’opposizione nel 2021.

Inoltre, esponenti come Marco Lisei hanno ripreso frequentemente questo argomento con toni critici nelle ultime settimane; pertanto Meloni si trova ora a dover affrontare questioni legate alla coerenza delle proprie posizioni politiche rispetto alle aspettative degli elettori.

Dall’altro lato c’è Matteo Salvini che ha già dichiarato che la Lega voterà a favore della sfiducia; se Meloni decidesse invece di opporsi nettamente alla proposta rischierebbe accuse interne sulla sua coerenza politica rispetto ai temi identitari sostenuti dalla Lega stessa.

I dilemmi interni a Fratelli d’Italia

Fratelli d’Italia deve affrontare non solo pressioni esterne ma anche dinamiche interne complesse relative al proprio sostegno verso o contro questa iniziativa legislativa europea. Un aspetto cruciale è che non si tratta semplicemente di esprimere sfiducia verso Ursula von der Leyen ma implica mettere in discussione l’intero operato della Commissione europea attuale; un atto potenzialmente dannoso visto che Raffaele Fitto – vicepresidente della Commissione – appartiene allo stesso partito guidato da Meloni.

Fitto stesso sembra suggerire informalmente che il suo partito potrebbe non allinearsi con i promotori della mozione; inoltre c’è stata già una precedente occasione nel luglio 2024 quando gli europarlamentari italiani votarono contro Von Der Leyen pur poi sostenendo successivamente l’insediamento dell’intero organismo commissariale dopo nomine strategiche come quella dello stesso Fitto.

Eventuali conseguenze sul piano europeo

Infine va considerata anche una coincidenza significativa: giovedì prossimo coincide con lo svolgimento nella capitale italiana della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina dove parteciperà proprio Ursula Von Der Leyen insieme ad altri leader europei inclusa Giorgia Meloni stessa. Un voto ostile mentre ospita Von Der Leyen sarebbe interpretato come uno sgarbo diplomatico notevole ed andrebbe ad intaccare ulteriormente le relazioni fra Roma ed Bruxelles.

Questa situazione complessa mette in luce quanto possa essere fragile l’equilibrio politico interno ed europeo attuale mentre i membri del Parlamento continuano a discutere sull’importante questione relativa alla fiducia nella leadership europea sotto Von Der Layden.