Morto Mauro Ercoli, vittima dell’esplosione al distributore di via Gordiani a Roma

La morte di Mauro Ercoli, vittima di un’esplosione in un distributore a Roma, riaccende il dibattito sulla sicurezza sul lavoro e la necessità di normative più rigorose per prevenire tragedie simili.
Morto Mauro Ercoli, vittima dell'esplosione al distributore di via Gordiani a Roma - Socialmedialife.it

Ieri mattina, Mauro Ercoli, un uomo di 67 anni che lavorava in un distributore di benzina e GPL a via Gordiani, nel quadrante est di Roma, è deceduto dopo cinque giorni di lotta in terapia intensiva. L’incidente si è verificato venerdì scorso e ha coinvolto una massiccia esplosione che ha causato gravi ustioni su gran parte del corpo della vittima. Questo tragico evento riaccende il dibattito sulla sicurezza sul lavoro e sull’adeguatezza delle normative vigenti.

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La tragedia e le sue conseguenze

Mauro Ercoli era uno dei feriti più gravi nell’esplosione avvenuta presso il suo luogo di lavoro. Le ustioni riportate erano così severe da richiedere un lungo ricovero in terapia intensiva. Emanuele del Clap ha commentato la situazione dicendo: «Un morto prossimo alla pensione… perché gli incidenti sul lavoro in questo paese non sono incidenti». Questo episodio si inserisce tristemente nel contesto degli incidenti sul lavoro che hanno colpito il Lazio quest’anno: secondo i dati Inail, 21 lavoratori hanno perso la vita nei primi sei mesi del 2025.

A livello nazionale, i numeri sono ancora più allarmanti e spesso sottostimati; secondo la Cgil, molti settori non vengono adeguatamente monitorati. La morte di Ercoli rappresenta solo l’ultimo caso in una lunga serie che evidenzia l’urgenza di rivedere le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

La reazione della comunità locale

Ieri pomeriggio centinaia di persone si sono radunate davanti ai cancelli chiusi della scuola Romolo Balzani per commemorare Mauro Ercoli. Gli insegnanti presenti esprimevano preoccupazione per il futuro della loro scuola, danneggiata dall’esplosione con parti del tetto divelte visibilmente danneggiate. Brunella, un’insegnante dell’istituto comprensivo Simonetta Salacone, ha dichiarato: «Avremmo potuto essere qui a lavorare con i bambini se solo fosse successo pochi giorni prima». Il timore generale è che la scuola possa rimanere chiusa indefinitamente diventando l’ennesimo spazio abbandonato nel quartiere.

Il coro multietnico Romolo Balzani ha intonato canzoni durante l’incontro per sottolineare l’importanza della comunità locale nella salvaguardia degli spazi pubblici. Le richieste avanzate negli ultimi due anni dal comitato Albero Magico riguardo alla sicurezza delle scuole rispetto agli impianti industriali sembrano essere state ignorate dalle autorità competenti.

Normative insufficienti sulla sicurezza

La mancanza di normative chiare riguardanti le distanze minime tra edifici civili e distributori carburante emerge come uno dei punti critici nella gestione della sicurezza urbana a Roma. Marco Cantalupo del comitato genitori afferma: «Il passaggio da benzina a GPL non doveva essere autorizzato… se un gas esplode crea danni irreparabili». Questa situazione mette in discussione la responsabilità delle istituzioni locali nell’assicurare ambienti sicuri per cittadini ed educatori.

Quando alle famiglie è stato consigliato dalle autorità locali di restare chiuse nelle proprie abitazioni evitando i fumi tossici dell’esplosione, molte finestre erano già andate distrutte dall’impatto dell’incidente stesso. Si sta creando una rete tra residenti ed associazioni locali per chiedere misure immediate volte alla messa in sicurezza dell’intera area circostante al distributore esploso.

Un appello alla responsabilità collettiva

Emiliano Viccaro rappresenta Casale Garibaldi ed evidenzia come sia fondamentale ripensare lo sviluppo urbano tenendo conto delle esigenze dei cittadini: «O si cambia idea su sviluppo o queste cose continueranno a ripetersi». È evidente che ci sia bisogno urgente d’interventi strutturali volti ad evitare simili tragedie future; ciò implica anche una maggiore attenzione da parte delle istituzioni regionali sulle aree industrializzate vicine ai centri abitati.

Viccaro conclude ribadendo come sia necessaria una mobilitazione collettiva tra giovani e anziani affinché venga proposta una nuova agenda politica capace d’incalzare le istituzioni verso scelte più responsabili riguardo alla salute pubblica e all’ambiente urbano.