Recentemente, il presidente argentino Javier Milei ha visitato il tempio “Il portale del cielo” nella provincia del Chaco, per chiudere un congresso di chiese evangeliche. Questo evento assume particolare significato nel contesto attuale della Chiesa argentina e delle recenti transizioni al vertice ecclesiastico. A meno di tre mesi dalla morte di papa Francesco e a pochi giorni dall’elezione di Leone XIV, le parole pronunciate da Milei durante la sua visita offrono uno spaccato interessante sulle sue posizioni riguardo alla giustizia sociale.
Il contesto della visita
La visita di Javier Milei si colloca in un momento cruciale per la Chiesa cattolica argentina. Durante i dodici anni del pontificato di Francesco, il concetto di giustizia sociale è stato ripetutamente enfatizzato, con 324 menzioni nel corso dei suoi discorsi. Con l’elezione recente di Leone XIV, che ha già fatto riferimento a questo tema nei suoi interventi pubblici, la questione della giustizia sociale torna prepotentemente alla ribalta. La Commissione permanente della Conferenza episcopale argentina ha continuato a sostenere questo principio negli ultimi anni e lo ha citato frequentemente anche nelle ultime settimane.
Milei sembra voler prendere una posizione netta rispetto a questa tradizione ecclesiastica. Nel suo discorso al congresso evangelico, egli non solo si distacca dalle posizioni cattoliche tradizionali ma cerca anche di ridefinire cosa significhi “giustizia sociale”. Questo approccio potrebbe essere interpretato come una risposta strategica alle sfide politiche e sociali che l’Argentina sta affrontando oggi.
Le affermazioni controverse sul concetto di giustizia sociale
Durante il suo intervento presso il tempio evangelico, Milei ha espresso opinioni fortemente critiche nei confronti dell’idea tradizionale di giustizia sociale promossa dalla Chiesa cattolica. Ha definito questa concezione come “invidia mascherata“, sostenendo che essa rappresenta una violazione dei diritti individuali e dell’economia fondamentale basata sulla scarsità delle risorse.
Secondo lui, la giustizia sociale implica rubare ai lavoratori i frutti del loro lavoro per redistribuirli ad altri in modo forzoso; una visione che contrasta nettamente con quella cattolica che pone enfasi sull’assistenza ai più bisognosi attraverso mezzi solidali piuttosto che coercitivi. Inoltre, Milei sostiene che la ricchezza debba essere vista come una benedizione per coloro che seguono i comandamenti religiosi.
Queste affermazioni hanno suscitato reazioni contrastanti tra i leader religiosi e politici argentini. Mentre alcuni pastori evangelici possono condividere le sue idee liberiste ed individualiste sul tema economico-sociale, molti esponenti cattolici vedono queste dichiarazioni come un attacco diretto ai principi fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa.
Un calcolo politico dietro le parole
L’intervento pubblico del presidente non è casuale; esso riflette un calcolo politico ben preciso su diversi fronti: culturale, politico ed elettorale. Da un lato c’è l’intenzione evidente da parte sua di distanziarsi dalle concezioni socialmente orientate promosse dalla Chiesa cattolica; dall’altro lato mira a consolidare consensi tra le forze politiche nazionali più allineate con ideologie liberali o libertarie.
Inoltre, rivolgendo queste affermazioni agli elettori argentini in vista delle prossime elezioni previste per ottobre 2025 – dove si dovrà decidere quale modello economico-sociale adottare – Milei cerca anche supporto tra coloro insoddisfatti delle politiche assistenziali degli ultimi governi.
Infine, c’è anche una dimensione internazionale nella sua strategia politica: avvicinarsi sempre più agli alleati statunitensi e israeliani potrebbe rafforzare ulteriormente la sua posizione sia interna sia esterna rispetto ad altre nazioni latinoamericane con orientamenti politici differenti rispetto al suo governo libertario.
La complessità dell’attuale scenario argentino richiede attenzione alle dinamiche interne ed esterne mentre gli argomenti trattati dal presidente continuano a sollevare dibattiti accesi su temi crucialmente rilevanti per il futuro socio-economico del paese.