Un ex dipendente dell’Inps di Terni è stato condannato a sei mesi di reclusione e 400 euro di multa per accesso abusivo a un sistema informatico e frodi informatiche. La sentenza è il risultato di un’inchiesta che ha rivelato come l’ex operatrice avesse inserito contributi previdenziali agricoli in favore del proprio figlio, senza che questi ne avesse diritto. L’azione fraudolenta ha portato a un danno potenziale all’Inps quantificabile in circa 21 mila euro.
L’indagine della procura
L’inchiesta è stata avviata nel novembre 2024, quando il comando tutela del lavoro dei carabinieri di Terni ha trasmesso alla procura una segnalazione riguardante anomalie nei contributi previdenziali. Il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, ha spiegato che l’indagine era scaturita da controlli effettuati dalla direzione generale dell’Inps su alcune posizioni assicurative relative ai lavoratori agricoli. Durante queste verifiche, era emersa una discrepanza nella posizione contributiva di un uomo residente a Terni.
Secondo quanto riportato da Cantone, la posizione del soggetto non era supportata da adeguata documentazione cartacea per gli anni dal 1997 al 2008. Gli uffici ispettivi hanno quindi iniziato ad approfondire la questione risalendo fino all’impiegata dell’Inps responsabile degli inserimenti dei contributi.
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Scoperta della frode
Le indagini hanno rivelato che l’impiegata coinvolta era la madre del beneficiario dei contributi non dovuti. Questo elemento ha sollevato ulteriormente i sospetti degli investigatori: l’ex operatrice aveva infatti registrato nel sistema informatico dell’ente previdenziale i dati relativi al figlio come operaio agricolo stagionale per periodi in cui non aveva titolo né diritto ai benefici pensionistici.
Grazie alla collaborazione con i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Terni, gli investigatori sono riusciti a raccogliere prove sufficienti per dimostrare la responsabilità della donna nell’accesso abusivo al sistema e nella falsificazione delle informazioni relative ai contributi previdenziali.
Conseguenze legali e patteggiamento
Dopo aver acquisito tutto il materiale probatorio necessario, la procura ha notificato all’indagata l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. A questo punto, attraverso il suo legale difensore è stata presentata una richiesta formale per applicare una pena concordata tra le parti coinvolte nel procedimento giudiziario.
Il pubblico ministero assegnatario del fascicolo ha dato il suo consenso all’accoglimento della richiesta proposta dall’avvocatura difensiva. Così si è giunti alla sentenza finale: sei mesi di reclusione insieme a una multa pecuniaria pari a 400 euro nei confronti dell’ex dipendente Inps colpevole delle irregolarità accertate.
La vicenda mette in luce le problematiche legate alle frodi nel settore previdenziale e sottolinea l’importanza dei controlli interni da parte degli enti preposti alla gestione delle pratiche assicurative.