Nuova casa di produzione conservatrice mira a conquistare il mercato cinematografico americano

Founders Films nasce per rispondere alla crescente domanda di contenuti cinematografici conservatori negli Stati Uniti, proponendo progetti che riflettono valori nazionalisti e una visione alternativa a Hollywood.
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La crescente polarizzazione politica negli Stati Uniti ha portato alla nascita di iniziative imprenditoriali che cercano di colmare un vuoto percepito nel panorama culturale. Una nuova casa di produzione, Founders Films, sta cercando di attrarre il pubblico conservatore con progetti cinematografici che riflettono valori nazionalisti e una visione alternativa rispetto a quella predominante in Hollywood. Questa iniziativa è guidata da Shyam Shankar, chief technology officer della Palantir, insieme ad altri investitori.

Il contesto politico e culturale del cinema

Negli ultimi anni, Hollywood è stata spesso criticata dai conservatori per la sua inclinazione verso tematiche progressiste. Molti imprenditori della destra politica vedono nel mondo del cinema un’opportunità per costruire una narrazione alternativa che possa rispecchiare i valori americani tradizionali. Secondo Shankar, “gli studios attuali non sono più in grado o non hanno la volontà di creare storie che celebrino l’epica americana come avveniva negli anni Ottanta.” Pellicole iconiche come “Rocky IV” rappresentavano chiaramente gli Stati Uniti come simbolo della libertà contro il totalitarismo sovietico.

Oggi, invece, Hollywood sembra piegarsi alle esigenze del mercato cinese e alle ingerenze politiche associate a questo. La ricerca della distribuzione internazionale ha portato molti studi a sacrificare i propri principi artistici pur di ottenere accesso ai mercati esteri. Questo cambiamento ha spinto alcuni produttori a considerare l’idea di sviluppare contenuti che possano attrarre un pubblico più conservatore e patriottico.

Progetti in cantiere per Founders Films

Founders Films si propone quindi come una risposta diretta alla domanda crescente da parte dei consumatori conservatori per contenuti cinematografici allineati con le loro convinzioni ideologiche. Tra i progetti già annunciati ci sono film su eventi significativi nella storia recente degli Stati Uniti: dalla drammatica evacuazione dal World Trade Center dopo l’11 settembre al controverso ritiro dall’Afghanistan durante la presidenza Biden.

Inoltre, uno dei progetti più ambiziosi è l’adattamento de “La rivolta di Atlante“, opera fondamentale dell’autrice Ayn Rand e simbolo del libertarismo americano. Questi film mirano non solo a raccontare storie significative ma anche a riaffermare un certo tipo di eccezionalismo americano in un contesto geopolitico sempre più complesso.

Shankar ha espresso la volontà di creare un nuovo “American Cinematic Universe“, simile al successo ottenuto dai film Marvel ma con una chiara identità ideologica orientata verso destra. L’obiettivo è quello di costruire una narrazione coerente che possa resistere all’attuale clima politico internazionale senza timore delle critiche provenienti da sinistra.

Esempi precedenti nel panorama cinematografico

L’interesse crescente per produzioni ideologicamente orientate trova conferma nei successi ottenuti da altre aziende conservative nel settore cinematografico. Daily Wire ha intrapreso questa strada producendo film dal forte messaggio politico; tra questi spicca “Am I racist?”, un mockumentary comico concepito come risposta alle politiche progressiste sulla diversità e inclusione.

Nonostante le recensioni negative ricevute dalla critica tradizionale, questo progetto ha raggiunto risultati sorprendenti al botteghino grazie al passaparola tra le comunità conservative: “12 milioni guadagnati contro soli 3 milioni investiti nella produzione dimostrano chiaramente l’esistenza d’un mercato potenziale trascurato dagli studios mainstream.”

Un altro esempio significativo è il biopicReagan”, recentemente distribuito anche su Sky Italia; nonostante le critiche sfavorevoli ricevute dai media specializzati, il film ha incassato circa 30 milioni grazie alla sua promozione mirata verso il pubblico conservatore ed alla presenza d’attori noti legati all’ideologia repubblicana.

Questi casi suggeriscono che esiste spazio sul mercato per produzioni ad alto budget capaci d’infrangere le convenzioni attuali se riescono ad attrarre quel segmento dell’elettorato statunitense sempre più disilluso dalle offerte artistiche correnti.