L’ascesa degli anime: come le piattaforme di streaming stanno cambiando il panorama dell’intrattenimento

Negli ultimi dieci anni, l’accesso agli anime è migliorato grazie alle piattaforme di streaming legali, ma il problema della pirateria persiste nonostante l’aumento dell’interesse e della diversificazione del pubblico.
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Negli ultimi dieci anni, il modo in cui gli spettatori fruiscono delle serie animate giapponesi, conosciute come anime, ha subito una trasformazione radicale. Da un tempo in cui seguire una serie era complicato e spesso frustrante a causa della distribuzione irregolare e della pirateria, oggi esistono numerose opzioni legali per accedere a questo genere. Le piattaforme di streaming hanno riconosciuto l’enorme potenziale commerciale degli anime e si sono adattate alle esigenze del pubblico.

La difficoltà di seguire gli anime nel passato

Fino a poco tempo fa, guardare un anime dall’inizio alla fine era un’impresa ardua. Le trasmissioni televisive variavano notevolmente: talvolta venivano trasmessi più episodi in un giorno, altre volte solo uno o due alla settimana. Questo rendeva facile perdere il filo della trama se si saltava anche solo un pomeriggio di visione. A complicare ulteriormente la situazione c’era la distribuzione internazionale degli anime; molte serie non arrivavano affatto nei mercati esteri o lo facevano con notevole ritardo.

Per chi desiderava comunque seguirle, l’unica alternativa era spesso quella di ricorrere alla pirateria. Piattaforme illegali e software come eMule diventavano i principali mezzi per scaricare episodi o guardarli online senza alcun costo legale. Questa situazione ha portato molti appassionati ad abituarsi all’idea che l’accesso agli anime fosse limitato dalle restrizioni geografiche e dalle scelte commerciali delle case produttrici.

L’evoluzione delle piattaforme di streaming

Oggi le cose sono cambiate drasticamente grazie all’emergere di servizi dedicati esclusivamente agli anime come Crunchyroll e VVVVID. Queste piattaforme offrono accesso a centinaia di titoli a prezzi competitivi, rendendo più semplice per gli utenti trovare ciò che cercano senza dover ricorrere a metodi illegali. Anche i giganti dello streaming generalisti come Netflix, Prime Video e Disney+ hanno iniziato ad investire significativamente nel settore degli anime.

Questa evoluzione è stata incentivata dalla crescente popolarità del genere tra i giovani spettatori che mostrano una fedeltà sorprendente verso le produzioni animate giapponesi. Secondo uno studio condotto da Dentsu, quasi la metà degli abbonati Netflix sarebbe disposta ad iscriversi proprio per guardare contenuti animati giapponesi; percentuali simili si riscontrano anche su Disney+ e Amazon Prime Video .

Nel luglio 2024 durante una fiera del settore tenutasi a Los Angeles, è emerso che oltre il 50% dei clienti Netflix guarda regolarmente contenuti animati giapponesi; questo dato evidenzia quanto sia cresciuta l’importanza degli anime nella programmazione globale della piattaforma.

La diversificazione del pubblico

Un altro aspetto significativo dell’espansione del mercato degli anime è rappresentato dalla diversificazione del pubblico stesso. Storicamente considerati prodotti destinati principalmente al pubblico maschile giovane adulti, oggi gli studi dimostrano che sempre più ragazze adolescenti si avvicinano al genere: secondo ricerche recenti commissionate da Crunchyroll, circa il 44% dei fan adolescenti sono donne.

Questo cambiamento ha portato alla creazione di opere variegate capaci d’intercettare diversi segmenti demografici attraverso generi differenti quali fantascienza, horror, romantico ed avventura. Gli studios giapponesi hanno ampliato enormemente la loro offerta negli ultimi decenni rendendo possibile attrarre pubbliche diverse rispetto al passato.

La strategia delle uscite simultanee

Una tendenza interessante nel panorama attuale riguarda la distribuzione simultanea su più piattaforme. Alcuni titoli vengono rilasciati contemporaneamente su servizi diversi; Jason DeMarco, responsabile della produzione per Adult Swim, sottolinea quanto sia fondamentale avere una selezione curata d’anime disponibile su ogni servizio poiché i giovani spettatori tendono ad essere meno interessati se non trovano contenuti animati sulle varie piattaforme.

Esempio emblematico è “Suicide Squad Isekai” disponibile sia su Hulu che Max; allo stesso modo “DanDaDan” ha trovato spazio sia su Netflix che Crunchyroll. Questa strategia consente ai produttori d’ampliare ulteriormente il proprio pubblico mentre aumenta anche la concorrenza tra le varie offerte disponibili.

Il problema della pirateria persiste

Nonostante queste novità positive nella fruizione legale dei contenuti animati giapponesi, rimane ancora diffuso il problema della pirateria. Per decenni infatti molte nuove serie non erano disponibili legalmente fuori dal Giappone favorendo così pratiche illegali quali fansubbing ed utilizzo d’applicazioni peer-to-peer. Anche se ora gran parte dell’audience preferisce servizi ufficiali, ci sono ancora milioni d’utenti attivi sui siti pirata: HiAnime, ad esempio, ha registrato oltre 364 milioni visite nell’ottobre scorso superando perfino alcune piattaforme legali.

La crescita esponenziale dell’interesse verso gli anime sta quindi spingendo le aziende verso modelli commerciali nuovi ma resta cruciale affrontare efficacemente questioni relative alla diffusione illegale dei contenuti affinché questa forma d’intrattenimento possa continuare a prosperare nel futuro prossimo.