Scoprire i pianeti mancanti: il nuovo saggio di Luca Nardi sulla nostra galassia

Il libro “Pianeti mancanti” di Luca Nardi esplora l’astronomia e la storia della scienza, analizzando pianeti ipotetici e invitando a riflettere sulle scoperte ancora da fare nel nostro sistema solare.
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Il libro “Pianeti mancanti”, scritto da Luca Nardi e pubblicato da Dedalo, offre un affascinante viaggio attraverso l’astronomia e la storia della scienza. L’autore esplora l’esistenza di pianeti ipotetici che non sono mai stati trovati o che sono stati scoperti solo dopo lunghe ricerche. Questo saggio invita i lettori a riflettere su quanto ci sia ancora da scoprire nel nostro sistema solare.

La conoscenza antica dei pianeti

In epoche passate, gli astronomi conoscevano solo cinque pianeti: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Questi corpi celesti erano visibili ad occhio nudo e venivano osservati con meraviglia dai nostri antenati. Nardi scrive nella prefazione del libro che “Li vedevano vagare nel cielo, ma in realtà non avevano la minima idea di cosa fossero.” Con il passare del tempo e grazie ai progressi scientifici, oggi sappiamo che l’Unione Astronomica Internazionale riconosce ufficialmente otto pianeti – da Mercurio a Nettuno – oltre a milioni di corpi minori come asteroidi e comete.

La comprensione dell’universo ha subito una trasformazione radicale. Da una visione geocentrica in cui la Terra era considerata al centro dell’universo si è passati a un modello eliocentrico più complesso. Oggi sappiamo che il nostro sistema solare è parte di una galassia molto più vasta con miliardi di stelle e potenzialmente miliardi di altri sistemi planetari.

Pianeti ipotetici tra scienza e fantasia

Nel suo saggio, Nardi presenta figure intriganti come Vulcano, un pianeta teorico pensato per orbitare vicino al Sole prima della sua esclusione dalla lista dei corpi celesti noti. La sua inesistenza ha avuto ripercussioni significative sulla nascita della teoria della relatività generale proposta da Einstein. Un altro esempio è Nettuno: scoperto attraverso calcoli matematici prima ancora di essere osservato direttamente dagli astronomi.

Plutone rappresenta un caso particolare; inizialmente considerato il nono pianeta del sistema solare, fu individuato durante le ricerche per trovare il misterioso “Planet X”. Infine c’è Planet Nine, attualmente solo ipotizzato ma oggetto di studi continui poiché potrebbe trovarsi ai confini estremi del nostro sistema solare.

Nardi guida i lettori in questo percorso intellettuale dove scienza e curiosità si intrecciano per mostrare come l’idea di esistenze nascoste abbia influenzato profondamente la nostra concezione dell’universo stesso.

Riflessioni sull’immensità dell’universo

Nel primo capitolo del libro troviamo una descrizione evocativa delle sensazioni provate quando si guarda verso le stelle: “Alzando gli occhi alle stelle mi sento minuscolo.” Questa immagine potente rispecchia ciò che molti provano quando contemplano il vasto cielo notturno punteggiato da punti luminosi lontani miliardi di anni luce dalla Terra. L’autore riesce così a trasmettere l’immensità dello spazio cosmico rispetto alla fragilità umana.

Il testo è arricchito anche da numerose curiosità storiche riguardanti la percezione umana dell’universo nel corso dei secoli. Per millenni abbiamo creduto che la Terra fosse al centro dello spazio cosmico; molte culture hanno sostenuto questa idea fino all’avvento delle teorie scientifiche moderne che hanno messo in questione tali convinzioni radicate nella società umana fin dai tempi antichi.

Nell’antichità biblica, ad esempio, nella Genesi Dio crea prima la Terra, poi riempie il firmamento con astri per distinguere giorno dalla notte; mentre nel Medioevo prevaleva l’opinione diffusa secondo cui la Terra fosse piatta ed immobile nell’universo circostante.

Un viaggio tra scienza ed esplorazione

“Pianeti mancanti” rappresenta quindi un viaggio affascinante tra ciò che conosciamo già sui nostri vicini celesti e ciò che rimane ancora avvolto dal mistero nell’immenso universo. Il volume invita alla riflessione sul desiderio umano innato di esplorare oltre i confini noti; ci ricorda quanto sia grande lo spazio sconosciuto davanti a noi mentre continuiamo ad indagare sulle origini dei mondi lontani ed enigmaticamente invisibili agli occhi umani.