Acea e la transizione energetica a Roma: come il progetto RomeFlex coinvolge i cittadini

Acea guida la transizione energetica a Roma, affrontando un aumento della domanda elettrica e promuovendo il progetto RomeFlex per incentivare la sostenibilità e responsabilizzare i cittadini nella gestione dei consumi.
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Acea, l’azienda dei servizi di pubblica utilità di Roma, è al centro della transizione energetica che sta interessando la Capitale. Fondata 115 anni fa per illuminare il quartiere Prati, oggi si trova a gestire una rete elettrica in evoluzione. Con un aumento significativo della domanda di energia e un crescente numero di famiglie che abbandonano il gas per passare all’elettrico, Acea sta implementando strategie innovative per garantire un consumo sostenibile.

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L’aumento della domanda energetica a Roma

Negli ultimi anni, Roma ha registrato un incremento costante nella richiesta di energia elettrica. Secondo le stime, entro il 2035 il picco di potenza assorbito dalla città passerà da 2.200 MW attuali a 3.100 MW nelle ore serali invernali. Questo rappresenta un aumento del 50%, evidenziando una crescente necessità di adattamento da parte delle infrastrutture esistenti.

Inoltre, ogni anno si osserva un incremento del 20% nelle richieste di allacciamento alla rete elettrica da parte dei cittadini che decidono di abbandonare l’uso del gas. Raffaele De Marco, direttore generale e amministratore delegato di Areti , ha sottolineato come questa tendenza dimostri una maggiore sensibilità verso la transizione energetica tra i romani.

Il progetto RomeFlex: flessibilità e risparmio

Uno degli strumenti principali attraverso cui Acea promuove la sostenibilità è il progetto RomeFlex. Giunto al suo secondo anno d’attività, questo programma coinvolge già circa 1.500 cittadini romani ed è aperto a tutti coloro che hanno un contratto con potenza minima di soli 3 kW.

RomeFlex consente agli utenti della rete elettrica non solo di contribuire alla stabilizzazione dell’approvvigionamento energetico ma anche ricevere compensi economici per la loro partecipazione attiva nella gestione dei consumi durante i picchi critici o in situazioni particolari come ondate di calore o eventi meteorologici estremi.

Il funzionamento del sistema è semplice: gli utenti possono ridurre temporaneamente il loro assorbimento nei momenti in cui la domanda supera l’offerta disponibile sulla rete. Questa azione non solo aiuta a mantenere l’equilibrio della rete ma permette anche ai partecipanti al programma di ammortizzare i costi legati all’installazione degli impianti fotovoltaici o sistemi domotici.

La responsabilizzazione degli utenti nella gestione dell’energia

De Marco ha spiegato che affinché una rete possa essere considerata sostenibile deve includere gli utenti nei servizi offerti dalla flessibilità energetica. Ciò significa responsabilizzare i consumatori nel modulare le proprie abitudini quotidiane in modo tale da ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili.

Areti investe annualmente circa 300 milioni euro nel miglioramento delle infrastrutture e nell’implementazione delle tecnologie necessarie per supportare questa nuova modalità operativa basata sulla cooperazione tra distributori ed utenti finali.

Roma si distingue come pioniera in Europa nel campo della flessibilità nella domanda elettrica; infatti Areti ha già attirato l’interesse internazionale con altre città europee come Vienna che cercano consigli su come sviluppare progetti simili.

La trasformazione del settore energetico romano rappresenta quindi non solo una sfida ma anche un’opportunità concreta per rendere la capitale italiana più resiliente e preparata alle future esigenze ambientali ed economiche legate all’energia.

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