Lunedì, Apple e Meta hanno ufficialmente confermato di aver presentato ricorso contro le decisioni della Commissione europea, che ha riscontrato violazioni del Digital Markets Act da parte delle due aziende. Le sanzioni imposte ammontano a 700 milioni di euro, con Apple multata per 500 milioni e Meta per 200 milioni. Entrambe le società contestano la legittimità delle multe e l’impatto sulle loro operazioni.
La posizione di Apple sul ricorso
Apple ha ricevuto una multa di 500 milioni di euro a marzo scorso per non aver consentito agli sviluppatori di reindirizzare gli utenti verso offerte disponibili al di fuori dell’App Store, una pratica nota come “anti-steering”, contraria alle normative stabilite dal DMA. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato a Euractiv.com: “Abbiamo presentato ricorso perché riteniamo che la decisione della Commissione europea – e la multa senza precedenti – vadano ben oltre quanto previsto dalla legge.”
Nella sua comunicazione ufficiale, Apple ha espresso preoccupazione riguardo all’interferenza della Commissione nella gestione del proprio negozio digitale. L’azienda sostiene che tali imposizioni creino confusione tra gli sviluppatori e possano risultare dannose per gli utenti finali. A giugno, in risposta alle pressioni regolatorie, Apple ha apportato modifiche al funzionamento dell’App Store nel tentativo di evitare ulteriori sanzioni; infatti, la Commissione può infliggere multe giornaliere in caso di mancata conformità alle regole stabilite.
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Il portavoce ha aggiunto: “Abbiamo implementato questi cambiamenti per evitare sanzioni giornaliere punitive e presenteremo i fatti in sede giudiziaria.” Questo approccio evidenzia il tentativo dell’ azienda californiana non solo di difendersi legalmente ma anche di adattarsi rapidamente ai requisiti normativi europei.
Le modifiche annunciate da Meta
Meta si trova anch’essa sotto pressione normativa dopo essere stata multata con 200 milioni ad aprile scorso. La Commissione europea aveva rilevato violazioni simili riguardanti il modello pubblicitario “paga o acconsenti” adottato su Facebook e Instagram. In risposta alla situazione attuale, un portavoce dell’azienda ha confermato che il ricorso è stato presentato lunedì mattina.
In un post sul blog aziendale pubblicato recentemente, Meta ha criticato aspramente la decisione della Commissione, definendola “errata e illegittima.” Durante l’indagine condotta dalla Commissione europea, l’azienda aveva già iniziato ad apportare modifiche al proprio modello pubblicitario in Europa nel novembre 2024; queste modifiche prevedono un uso ridotto dei dati personali degli utenti che scelgono l’opzione gratuita con pubblicità rispetto agli abbonati senza annunci.
Meta sostiene che questa versione “meno personalizzata” del suo modello sia conforme ai requisiti previsti dal DMA relativi al consenso degli utenti sull’utilizzo dei propri dati personali. Tuttavia, finora la Commissione non si è espressa ufficialmente riguardo alla validità del nuovo approccio adottato da Meta.
A giugno scorso sono state annunciate ulteriori modifiche alla formula “paga o acconsenti”, mirate a migliorare il linguaggio utilizzabile dagli utenti durante il processo decisionale su come accedere alle app social media. Nonostante ciò, secondo fonti interne alla Commissione stessa, queste variazioni sono state considerate marginali rispetto ai cambiamenti richiesti dalle normative vigenti.
Il contesto normativo europeo
Il Digital Markets Act rappresenta uno strumento legislativo fondamentale nell’ambito della regolamentazione delle grandi piattaforme digitali nell’Unione Europea. Introdotto con l’obiettivo principale di garantire una maggiore equità nel mercato digitale europeo ed evitare pratiche monopolistiche da parte dei giganti tecnologici come Apple e Meta.
Le recenti azioni legali intraprese dalle due aziende evidenziano tensioni crescenti tra i colossi tecnologici americani ed i regolatori europei impegnati nella protezione dei diritti degli utenti online ed nella promozione della concorrenza leale nel settore digitale. Con queste sfide legali ora all’orizzonte sia per Apple sia per Meta si prospetta un lungo percorso giuridico volto ad affrontare questioni complesse relative all’equilibrio tra innovazione commerciale ed esigenze normative sempre più stringenti.