Il giudice per le indagini preliminari Francesco Vittorio Rinaldi ha convalidato gli arresti di quattro persone coinvolte in un tentativo di rapina avvenuto il 10 giugno scorso nel quartiere popolare di San Girolamo, a Bari. L’operazione della polizia ha portato all’arresto dei sospetti e alla scoperta di un gruppo ben organizzato, composto da individui con precedenti penali significativi.
Il profilo dei fermati
Tra i fermati emerge la figura di Felice Campanale, 38 anni, figlio del noto capoclan Leonardo Campanale. Il giudice ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere per possesso illegale di una pistola Beretta calibro 84, rubata nel 2000 a Gioia del Colle. Gli altri tre membri della banda – Enrico Lopez, Alessandro Pisani e Andrea Pisani – sono stati posti agli arresti domiciliari. Tutti i coinvolti presentano un ampio curriculum criminale che include reati come furto in abitazione e tentato omicidio.
Modalità operative della banda
La banda si muoveva su un’Alfa Romeo Giulietta blu elettrico rubata nel 2022 presso la stazione ferroviaria di Ginosa . Gli agenti hanno intercettato il gruppo mentre si trovava nei pressi del garage dove l’auto era custodita. Durante l’intervento, Felice Campanale è stato trovato in possesso dell’arma da fuoco mentre uno degli altri membri portava con sé una pistola giocattolo. Inoltre, gli agenti hanno rinvenuto telefoni cellulari e attrezzature utilizzate per ostacolare eventuali inseguimenti.
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Un secchio contenente chiodi a sei punte è stato trovato all’interno dell’auto; questi oggetti erano destinati ad essere utilizzati come trappole durante le fughe dopo i colpi. È emerso anche che un jammer era presente nel veicolo: questo dispositivo serve a disturbare le comunicazioni radio ed è tipico delle bande organizzate.
La strategia difensiva degli avvocati
Il gip ha giustificato la decisione riguardante gli arresti domiciliari basandosi sulla pericolosità sociale dimostrata dal gruppo e sul rischio concreto che potessero ripetere reati simili se rimessi in libertà. Le modalità operative adottate dalla banda rivelano infatti una preparazione meticolosa: travestimenti come baffi finti o cappellini da baseball indicano un piano studiato nei minimi dettagli.
I legali difensori dei fermati hanno già annunciato l’intenzione di presentare ricorso al Tribunale del Riesame contro le misure cautelari disposte dal gip. In particolare, l’avvocato Nicola Lerario intende esaminare ulteriormente la diffusione sui social media di video relativi all’operazione della polizia durante gli arresti; “Ci riserviamo ogni iniziativa” ha dichiarato Lerario riguardo alla questione legata alla divulgazione delle immagini dell’intervento delle forze dell’ordine.