Cassa integrazione: l’Inps amplia i criteri per il caldo estremo, anche per temperature percepite

L’Inps aggiorna le linee guida sulla cassa integrazione, consentendo richieste anche per temperature percepite inferiori a 35°C, per tutelare la salute dei lavoratori durante le ondate di calore estive.
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L’Inps ha annunciato nuove linee guida riguardanti l’accesso alla cassa integrazione in caso di temperature elevate. Secondo le indicazioni fornite, le aziende italiane possono richiedere la cassa integrazione non solo quando si superano i 35 gradi Celsius, ma anche in situazioni in cui la temperatura percepita è uguale o inferiore a tale soglia. Questa misura intende tutelare i lavoratori durante le ondate di calore estivo.

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Nuove direttive dell’Inps sul caldo e il lavoro

Il messaggio diffuso dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale chiarisce che le aziende possono presentare richieste di riduzione o sospensione delle attività lavorative quando si registrano temperature superiori ai 35 °C. Tuttavia, viene specificato che anche condizioni climatiche con temperature percepite inferiori a questo limite possono giustificare tali richieste. La temperatura percepita tiene conto di vari fattori come umidità e vento, risultando spesso più alta rispetto alla temperatura reale misurata.

Questa decisione arriva in un periodo dell’anno caratterizzato da ondate di calore sempre più frequenti e intense. Le alte temperature possono avere effetti negativi sulla salute dei lavoratori, aumentando il rischio di colpi di calore e altri problemi legati al surriscaldamento corporeo. L’Inps ha quindi ritenuto necessario aggiornare le proprie linee guida per garantire una maggiore protezione ai dipendenti esposti a condizioni climatiche avverse.

Le aziende dovranno seguire procedure specifiche per inoltrare la richiesta di accesso alle prestazioni integrative salariali. È fondamentale che i datori di lavoro siano informati su come documentare correttamente le condizioni atmosferiche al fine di ottenere l’approvazione necessaria.

Implicazioni pratiche per datori e lavoratori

Con queste nuove disposizioni, sia i datori che i lavoratori devono essere consapevoli delle opportunità offerte dalla cassa integrazione durante periodi particolarmente caldi. I datori hanno ora un margine maggiore nel valutare se richiedere questa forma di sostegno economico basandosi non solo sulle letture termometriche standard ma anche su quelle percepite dai loro dipendenti.

È importante notare che questa misura non riguarda solamente settori tradizionalmente esposti al caldo come l’agricoltura o l’edilizia; può interessare qualsiasi attività dove il benessere dei lavoratori possa essere compromesso dalle alte temperature ambientali. Pertanto, è essenziale una comunicazione chiara tra datori e dipendenti riguardo alle modalità operative da seguire nei periodi critici.

I sindacati hanno accolto positivamente queste novità poiché rappresentano un passo avanti nella tutela della salute dei lavoratori italiani durante l’estate torrida del 2025.

Considerazioni finali sull’importanza della salute sul lavoro

La decisione dell’Inps riflette una crescente attenzione verso la sicurezza sul luogo di lavoro in relazione agli eventi climatici estremi sempre più comuni negli ultimi anni. Con il cambiamento climatico che porta ad estati sempre più roventi, è cruciale adottare misure preventive efficaci per salvaguardare la salute dei cittadini italiani impegnati nel mondo del lavoro.

Le aziende sono chiamate a monitorizzare attentamente le condizioni meteorologiche ed ad attivarsi tempestivamente qualora si verifichino situazioni potenzialmente dannose per la salute dei propri dipendenti. La nuova normativa offre strumenti utili affinché possano affrontarle con responsabilità e attenzione verso chi lavora ogni giorno sotto il sole cocente dell’estate italiana.