Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza colpita da un proiettile: tre morti e undici feriti

Il 17 luglio, un proiettile di un tank israeliano colpisce la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, causando tre morti e undici feriti; l’esercito parla di “incidente” e annuncia misure preventive.
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Il 17 luglio, la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza City è stata colpita da un proiettile di un tank israeliano, causando tre morti e undici feriti. L’esercito israeliano ha concluso l’inchiesta sull’accaduto in tempi rapidi, rivelando che si è trattato di un “incidente” dovuto a una “deviazione accidentale del proiettile“. Le autorità militari hanno anche annunciato misure per ridurre il rischio di simili eventi futuri.

I dettagli dell’incidente

L’incidente avvenuto il 17 luglio ha scosso profondamente la comunità locale. Il proiettile ha colpito direttamente la chiesa della Sacra Famiglia, uno dei luoghi religiosi più significativi per i cristiani nella Striscia di Gaza. La rapidità con cui l’esercito israeliano ha condotto l’inchiesta – solo una settimana – è stata notata rispetto ad altre indagini su eventi simili che sono ancora in corso. Ad esempio, le indagini sui raid avvenuti nel dicembre 2023 e nell’ottobre dello stesso anno non hanno ancora prodotto risultati definitivi.

Secondo le forze armate israeliane, il tiro errato sarebbe stato causato da una deviazione involontaria del proiettile durante le operazioni militari nelle vicinanze. Questo evento tragico ha portato alla morte di tre persone e al ferimento di altre undici, creando ulteriore tensione in una regione già segnata da conflitti e sofferenze umane.

Misure adottate dall’esercito

In risposta all’incidente, l’esercito israeliano ha comunicato che sono state chiarite ulteriormente le linee guida riguardanti l’apertura del fuoco vicino a edifici religiosi e altri siti sensibili. L’obiettivo dichiarato delle forze armate è quello di mitigare gli impatti sui civili durante le operazioni militari future.

Le autorità militari hanno ribadito anche il loro impegno nell’assicurare che gli aiuti umanitari possano entrare nella Striscia di Gaza senza ostacoli. Durante questo periodo critico, una delegazione ecclesiale guidata dal patriarca dei latini Pierbattista Pizzaballa e dal patriarca ortodosso Theopilus III si è recata nell’enclave per portare supporto ai bisognosi.

La reazione della comunità religiosa

I due patriarchi sono tornati dalla missione con sentimenti contrastanti; entrambi hanno descritto la loro esperienza come “con il cuore spezzato“. Nonostante i tentativi delle autorità militari di garantire sicurezza agli aiuti umanitari, i rappresentanti religiosi hanno espresso preoccupazione riguardo alla situazione attuale nella regione.

Il Patriarcato latino ha appreso dell’esito dell’inchiesta attraverso i media piuttosto che tramite comunicazioni ufficiali dalle forze armate. In un commento diffuso recentemente si legge come questi eventi evidenzino i gravi rischi associati alle operazioni militari nei pressi dei luoghi sacri e civili. Inoltre viene sottolineata l’importanza cruciale del rispetto delle norme internazionali sul diritto umanitario per evitare ulteriori tragedie simili in futuro.

Per quanto riguarda gli aiuti umanitari autorizzati dalla delegazione ecclesiale, nonostante siano stati approvati dalle autorità competenti non sono ancora stati distribuiti alle popolazioni vulnerabili nei rifugi o nei quartieri circostanti dove vivono molte famiglie sfollate a causa del conflitto persistente nella regione.