Mercoledì prossimo avrà inizio il conclave che potrebbe segnare un importante passaggio nella storia della Chiesa cattolica. Papa Francesco, attualmente al suo pontificato, sarà una figura centrale in questo evento, poiché la maggior parte dei cardinali partecipanti ha espresso l’intenzione di continuare sulla strada tracciata dal pontefice argentino. Dei 133 cardinali presenti, ben 108 sono stati nominati da Bergoglio stesso. Tra questi spicca il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, noto per le sue posizioni teologiche e comunicative.
Chi è Luis Antonio Tagle
Luis Antonio Tagle è l’arcivescovo di Manila e pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione. La sua carriera ecclesiastica è caratterizzata da una rapida ascesa: ordinato sacerdote a soli 25 anni, divenne vescovo a 44 e cardinale a 55. È un teologo rispettato con legami significativi sia con papa Benedetto XVI che con papa Francesco. Il suo approccio alla comunicazione si distingue per l’uso efficace dei social media; il suo profilo Facebook conta oltre 630mila follower grazie ai brevi video in cui commenta passi della Bibbia.
Tagle è frequentemente citato tra i papabili nel contesto del prossimo conclave ed è considerato un candidato interessante non solo perché rappresenterebbe la prima elezione di un pontefice asiatico nella Chiesa moderna, ma anche perché porterebbe una prospettiva nuova all’interno dell’istituzione ecclesiastica.
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Le affinità con papa Francesco
Le affinità tra Tagle e papa Francesco sono numerose e significative. Entrambi condividono uno stile pastorale improntato all’ascolto delle comunità locali piuttosto che a una rigida applicazione delle norme dottrinali. Ad esempio, durante il suo mandato come vescovo di Imus nel 2001, Tagle preferiva utilizzare i mezzi pubblici piuttosto che auto ufficiali per recarsi al lavoro; questa scelta rifletteva la sua volontà di rimanere vicino alle persone comuni.
Inoltre, entrambi pongono grande enfasi sul Concilio Vaticano II come punto cruciale della loro visione ecclesiale. Questo concilio ha rappresentato un tentativo significativo da parte della Chiesa cattolica negli anni ’60 di rinnovarsi rispetto alle sfide contemporanee. La centralità del Concilio nel pensiero teologico di Tagle si manifesta anche nei suoi interventi pubblici dove sottolinea la necessità di riscoprire le ricchezze della tradizione cristiana senza abbandonare le esigenze moderne.
Le sfide politiche ed etiche
Nonostante le sue affinità con Bergoglio su molte questioni dottrinali e pastorali, ci sono aspetti critici riguardanti la sua potenziale candidatura al soglio pontificio. Alcuni cardinali potrebbero essere riluttanti ad eleggere qualcuno così vicino alla visione riformista attuale se ritengono prioritario consolidare le riforme già avviate piuttosto che intraprendere nuove strade.
Tagle ha dimostrato coraggio nell’affrontare temi delicati come la guerra alla droga nelle Filippine sotto l’amministrazione Duterte , denunciando pubblicamente gli omicidi extragiudiziali perpetrati contro presunti spacciatori e tossicodipendenti senza processo legale adeguato. Tuttavia, su altre questioni etiche come aborto o contraccezione ha mantenuto posizioni più ambivalenti; pur condannando fermamente pratiche violente o ingiuste verso gli indifesi, non sempre ha adottato toni sufficientemente incisivi contro legislazioni considerate problematiche dai settori più conservatori della Chiesa.
L’immagine internazionale e le aspettative future
Nel dicembre del 2019 Papa Francesco nominò Tagle alla guida del dicastero per l’Evangelizzazione; questa posizione lo colloca in prima linea nella missione universale della Chiesa cattolica mentre cresce il numero dei fedeli fuori dall’Occidente. Essendo originario delle Filippine ma con radici cinesi – cosa che potrebbe facilitare dialoghi complessi riguardo alla Cina – molti vedono in lui un potenziale mediatore efficace nelle relazioni tra Roma e Pechino sui temi delle nomine episcopali locali.
Tuttavia ci sono state difficoltà durante il suo incarico come presidente di Caritas Internationalis quando nel 2022 vennero segnalate disfunzioni interne all’organizzazione caritativa globale cattolica; sebbene non fosse direttamente responsabile degli eventi negativi emersi dall’indagine interna voluta dal Papa stesso sulla leadership dell’organizzazione caritativa mondiale, potrebbe influenzare negativamente le sue possibilità future al soglio pontificio considerando anche i recenti problemi finanziari affrontati dalla Santa Sede.