Condanna a 5 anni e 10 mesi per un uomo accusato di estorsioni ai danni di uomini su Grindr

Idriss Idrissi, 29 anni, condannato a 5 anni e 10 mesi per estorsioni tramite Grindr ai danni di uomini tra i 36 e i 40 anni. Espulsione prevista al termine della pena.
Condanna a 5 anni e 10 mesi per un uomo accusato di estorsioni ai danni di uomini su Grindr - Socialmedialife.it

Il 3 luglio 2025, Idriss Idrissi, un uomo di 29 anni originario del Marocco, è stato condannato a una pena di 5 anni e 10 mesi di carcere. La sentenza è stata emessa in seguito a una serie di estorsioni perpetrate nei confronti di uomini tra i 36 e i 40 anni tramite l’applicazione per incontri gay Grindr. Le accuse comprendono anche una rapina avvenuta nel corso delle interazioni con le vittime.

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I dettagli delle estorsioni

Idrissi ha utilizzato Grindr per contattare le sue vittime, proponendo incontri che si sono trasformati in situazioni minacciose. Durante questi appuntamenti, l’imputato passava rapidamente dalle avanzate sessuali alle minacce dirette: “Dammi i soldi o mi presento sul tuo posto di lavoro” oppure “Ti accoltello”. Queste intimidazioni hanno portato gli uomini coinvolti a cedere alle richieste economiche dell’imputato.

Le estorsioni hanno avuto luogo tra agosto e dicembre del 2024. In particolare, il primo episodio risale al 3 agosto quando Idrissi ha ottenuto la somma di cento euro da uno dei suoi bersagli. Successivamente ha continuato la sua attività criminosa ricevendo altri pagamenti: altri cento euro tramite bonifico sul conto della moglie il mese successivo; duecento euro il nove e ventinove ottobre; infine centosessanta euro il dodici dicembre dello stesso anno.

L’arresto e le prove contro l’imputato

L’indagine è stata avviata dopo che Dominguel Radesca, noto attivista per i diritti LGBTQIA+, ha denunciato le minacce ricevute da Idrissi. A seguito della denuncia, la procura guidata dalla pm Silvia Marchina ha richiesto un giudizio immediato basandosi su prove evidenti raccolte durante le indagini. Le telecamere presenti nella zona hanno ripreso momenti chiave degli incontri tra l’imputato e le sue vittime.

Inoltre, gli agenti sono riusciti a rintracciare diversi profili falsi creati da Idrissi su Grindr che lo collegavano direttamente alle estorsioni. Le vittime sono state poi chiamate a riconoscere il sospetto attraverso fotografie mostrate loro presso il comando della polizia locale in via Coghetti.

Il processo e la testimonianza dell’attivista

Durante il processo, tenutosi con misure straordinarie dato che Idrissi era scortato dagli agenti penitenziari, Radesca era presente come parte offesa ma non si è costituito parte civile insieme ad altre vittime per mancanza di tempo sufficiente per organizzarsi legalmente. Ha comunque voluto assistere all’udienza sottolineando l’importanza della denuncia come strumento utile contro simili comportamenti criminali.

Radesca ha espresso soddisfazione riguardo al riconoscimento della pericolosità sociale dell’imputato da parte del tribunale nonostante gli importi relativamente modesti delle somme estorte. Ha inoltre notato come non ci fosse un’aggravante legata all’omofobia nel caso specifico pur essendo evidente che tali attacchi mirassero proprio alla comunità LGBTQIA+.

La scelta del rito abbreviato da parte dell’imputato gli consente ora una riduzione della pena complessiva; al termine del periodo detentivo previsto sarà espulso dall’Italia secondo quanto stabilito dalla sentenza.