Il costo medio dell’Imu per le seconde case nelle città capoluogo si attesta quest’anno a 977 euro, con un acconto di 488 euro da versare entro il 16 giugno. La Uil ha elaborato questi dati in una simulazione, evidenziando come Roma rimanga la città più costosa per i proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale. Oltre 25 milioni di proprietari dovranno affrontare un totale di circa 9,7 miliardi di euro in pagamenti Imu.
Dettagli sul costo dell’Imu per le seconde case
L’imposta municipale propria rappresenta una voce significativa nel bilancio delle famiglie che possiedono immobili non destinati a residenza principale. Secondo l’analisi della Uil, il costo medio complessivo dell’Imu per una seconda casa è fissato a 977 euro nel corso del 2025. Questo importo include l’acconto previsto per il mese di giugno, che ammonta a circa la metà della somma annuale totale.
Roma si conferma come la città più cara d’Italia con punte che superano i tremila euro all’anno. Milano e Venezia seguono nella classifica delle città con i costi più elevati, rendendo evidente come le grandi metropoli italiane gravino maggiormente sulle tasche dei proprietari immobiliari. Al contrario, le località meno onerose risultano essere Palermo, Pesaro e Cosenza, dove gli importi richiesti sono decisamente inferiori rispetto alle grandi città.
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La scadenza del pagamento dell’acconto Imu è fissata al prossimo 16 giugno e rappresenta un momento cruciale per molti contribuenti italiani. Con oltre venticinque milioni di proprietari coinvolti e un gettito complessivo stimato intorno ai nove miliardi e settecento milioni di euro solo per questa prima tranche annuale, l’impatto economico è notevole.
Costi aggiuntivi: abitazioni principali considerate lusso
Oltre alle seconde case, anche le abitazioni principali rientrano nell’ambito dell’Imu quando appartengono alle categorie catastali A/1 , A/8 o A/9 . Per queste proprietà il costo medio complessivo si attesta sui 915 euro all’anno; anche qui l’acconto da versare entro giugno sarà pari a circa la metà della cifra annuale totale.
Le cifre variano significativamente tra diverse località italiane; ad esempio Venezia presenta punte massime fino ai tremila euro annui anche in questo caso. Questa disparità nei costi riflette non solo il valore degli immobili ma anche le politiche fiscali adottate dai vari comuni italiani.
In sintesi, mentre molte famiglie devono prepararsi ad affrontare spese significative legate all’Imu sulle loro proprietà secondarie o sulle abitazioni considerate lusso, altre aree del paese offrono opportunità fiscali più favorevoli ai propri cittadini. La gestione delle imposte locali continua così ad essere un tema centrale nel dibattito pubblico italiano riguardo alla fiscalità immobiliare.