Cresce l’attesa per la terza fumata del Conclave: il nuovo Papa potrebbe essere eletto stasera

I cardinali sono riuniti in Conclave per eleggere il 267esimo Papa, con attesa di fumata bianca dopo due scrutini senza esito. I nomi favoriti includono Pietro Parolin e Mario Grech.
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L’attesa cresce a San Pietro mentre i cardinali sono riuniti in Conclave per eleggere il 267esimo Pontefice. Dopo due scrutini e una fumata nera, gli occhi sono puntati sul comignolo della Cappella Sistina, dove si spera di vedere la tanto attesa fumata bianca. La giornata di oggi è cruciale e potrebbe portare a un annuncio significativo già nelle prossime ore.

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Il processo elettorale del Conclave

Il Conclave attuale ha avuto inizio ieri con le votazioni che hanno visto i cardinali impegnati nel processo di selezione del nuovo Papa. Le prime votazioni si sono svolte senza risultati positivi, come dimostrato dalla seconda fumata nera emessa questa mattina. I cardinali hanno espresso la loro volontà attraverso cinque scrutini, ma finora non è stato raggiunto il quorum necessario di 89 voti per eleggere il nuovo Pontefice.

Oggi pomeriggio, dopo le 17:30, ci sarà una nuova possibilità di vedere una fumata bianca se l’elezione avrà esito positivo; altrimenti bisognerà attendere fino alle ore 19. Il cardinale decano Giovanni Battista Re ha manifestato ottimismo riguardo alla possibilità che stasera possa arrivare l’annuncio dell’elezione del nuovo Papa. Ha sottolineato l’importanza della figura papale in un mondo sempre più caratterizzato dal progresso tecnologico e dalla perdita dei valori spirituali.

Dopo le votazioni della mattina, i cardinali si sono ritirati a Casa Santa Marta per un pranzo prima di tornare al Palazzo Apostolico nel pomeriggio per ulteriori scrutini nella Cappella Sistina.

Storia dei conclavi nel Novecento

Quello attuale è l’undicesimo conclave dal 1900 e segue una tradizione storica caratterizzata da elezioni relativamente brevi. Negli ultimi cento anni, i conclavi hanno generalmente impiegato tra due e cinque giorni per giungere a una decisione finale. Ad esempio, Pio X fu eletto dopo quattro giorni con sette scrutini nel 1903; Benedetto XV richiese solo tre giorni e dieci votazioni nel 1914.

Un caso particolare fu quello dell’elezione di Pio XI nel febbraio del 1922: questo conclave durò cinque giorni ed ebbe quattordici scrutini prima dell’elezione finale. Al contrario, Pio XII fu scelto rapidamente con soli tre scrutini in due giorni durante uno dei conclavi più brevi della storia moderna.

Altri pontefici come Giovanni XXIII e Paolo VI furono eletti rispettivamente dopo quattro giorni con undici scrutinî e tre giorni con sei scrutinî; mentre Giovanni Paolo I raggiunse il quorum in sole due giornate grazie a quattro votazioni.

Papabili alla successione

Tra i nomi favoriti spicca quello del cardinale Pietro Parolin; recentemente ha ricevuto auguri pubblicamente dal cardinale Re durante la messa pro Eligendo Pontifice. Parolin rappresenta un’opzione forte all’interno delle divisioni presenti tra gli italiani stessi nei confronti degli altri candidati bergogliani che non sembrano avere unità d’intenti.

Altri nomi emergenti includono Mario Grech sostenuto da figure chiave come Hollerich; Matteo Zuppi viene considerato vicino alla visione papale attuale ma deve affrontare resistenze da parte degli ambientali conservatori legati all’ex Papa Benedetto XVI.

In aggiunta ai nomi già citati emerge anche Fernando Filoni: noto diplomatico italiano apprezzato da chi auspica un ritorno verso una Chiesa più istituzionale rispetto alle recentissime tendenze riformiste evidenziate negli ultimi anni dai vari pontificati modernisti.

Infine ci sono anche candidati meno notori come Jean Marc Aveline o Pierbattista Pizzaballa che continuano ad essere monitorati dagli osservatori ecclesiastici mentre cresce l’interesse su David dalle Filippine come outsider potenziale nella corsa al soglio pontificio.

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