27 giugno 2025 – La situazione nelle sedi Inps della Lombardia è diventata critica, con lavoratori costretti a operare in ambienti privi di aria condizionata o con impianti malfunzionanti. Località come Legnano, Casalmaggiore, Voghera e la Direzione provinciale di Brescia stanno affrontando gravi disagi che compromettono non solo il comfort ma anche la salute e la sicurezza del personale. Antonella Trevisani, coordinatrice regionale della Fp Cgil, denuncia queste condizioni insostenibili per chi fornisce un servizio pubblico essenziale.
Condizioni di lavoro difficili
La mancanza di aria condizionata nelle sedi Inps lombarde ha reso il lavoro quotidiano estremamente difficile. Le temperature elevate rendono gli ambienti poco vivibili e mettono a rischio la salute dei dipendenti. “Non parliamo solo di disagio”, afferma Trevisani, “ma di salute e sicurezza”. Queste parole evidenziano l’urgenza della situazione: i dipendenti sono chiamati a garantire servizi fondamentali per i cittadini mentre si trovano ad affrontare condizioni che non dovrebbero essere tollerate.
La questione dell’aria condizionata è soltanto una parte del problema più ampio legato alla carenza di organico. Nonostante le assunzioni effettuate nel 2019 e nel 2023, il numero totale dei lavoratori rimane inferiore rispetto ai livelli pre-pandemia. Questo porta a un incremento del carico di lavoro per chi è rimasto in servizio, generando stress e frustrazione tra i dipendenti.
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Nuovi compiti senza risorse adeguate
A complicare ulteriormente la situazione ci sono nuovi compiti assegnati all’Inps dal 1° gennaio scorso riguardanti la gestione delle visite per l’invalidità civile. Questa riforma ha portato un aumento significativo dell’utenza da gestire senza fornire le risorse necessarie per far fronte all’incremento delle richieste. “Le sedi medico-legali non sono attrezzate adeguatamente”, spiega Trevisani riferendosi alla sede sperimentale di Brescia che sta vivendo notevoli difficoltà nell’erogazione dei servizi.
Il personale sanitario disponibile è insufficiente rispetto alle nuove esigenze create dalla riforma; questo provoca ritardi nei processi decisionali e nella gestione delle pratiche degli utenti vulnerabili che necessitano assistenza immediata.
Frustrazione tra i lavoratori
Oltre alle problematiche strutturali legate agli spazi fisici dove si lavora, cresce anche il malcontento riguardo ai salari percepiti dai dipendenti dell’Inps lombardo. I salari risultano sbilanciati rispetto al costo della vita nella regione; inoltre, il nuovo contratto nazionale non ha apportato incrementi significativi tali da migliorare le condizioni economiche dei lavoratori.
Trevisani sottolinea come le nuove assunzioni siano insufficienti e spesso orientate verso posizioni temporanee piuttosto che stabili; questo contribuisce al vuoto lasciato dai pensionamenti che continuano a ridurre competenze preziose all’interno degli uffici pubblici. La mancanza di riconoscimento attraverso contratti integrativi rende ancora più difficile mantenere alta la motivazione tra coloro che ogni giorno si impegnano per offrire un servizio efficiente ai cittadini.
Necessità urgenti d’intervento
La sindacalista conclude evidenziando l’urgenza d’interventi concreti: mappatura delle sedi in difficoltà con riconoscimento ufficiale dello stato disagiante delle strutture lombarde è fondamentale, così come l’assunzione urgente di nuovo personale qualificato ed esperto da inserire negli uffici esistenti già sotto pressione.
Se non verranno adottati provvedimenti rapidi ed efficaci per affrontare queste problematiche sistemiche all’interno dell’Inps lombardo, c’è il rischio concreto che intere sezioni del servizio pubblico possano fermarsi completamente oltre al malfunzionamento degli impianti d’aria condizionata già compromessi.