Cryptosmart introduce il regime fiscale amministrato per le criptovalute: novità e regole

A partire da settembre 2025, Cryptosmart attiverà un regime fiscale amministrato per semplificare gli adempimenti fiscali degli utenti, gestendo automaticamente il calcolo delle imposte sulle plusvalenze.
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A partire da settembre 2025, Cryptosmart, l’exchange di criptovalute italiano, attiverà un nuovo regime fiscale amministrato. Questo cambiamento arriva dopo il parere favorevole dell’Agenzia delle Entrate e mira a semplificare gli adempimenti fiscali per gli utenti della piattaforma. Con questo servizio, Cryptosmart si occuperà automaticamente del calcolo e del versamento delle imposte sulle plusvalenze realizzate dagli investitori. Per i nuovi iscritti sarà disponibile immediatamente, mentre gli attuali clienti potranno attivarlo dal 1° gennaio 2026.

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Regole sui trasferimenti verso wallet personali

Quando un investitore decide di trasferire le proprie criptovalute da un exchange custodial a un self-custodial wallet, è fondamentale dimostrare la titolarità del wallet di destinazione per evitare che l’intermediario calcoli una plusvalenza. Le semplici autodichiarazioni non sono sufficienti; è necessario fornire prove documentali solide come chiavi pubbliche o screenshot della dashboard del wallet.

Se queste evidenze non vengono presentate, l’exchange potrebbe considerare il costo fiscale pari a zero al momento della rivendita delle criptovalute. Questo aspetto sottolinea l’importanza della tracciabilità nelle transazioni in criptovaluta: ogni movimento deve essere supportato da documentazione adeguata per garantire la correttezza dei calcoli fiscali.

Uscita dal regime amministrato

Per coloro che decidono di revocare il regime amministrato in favore di quello dichiarativo, è importante sapere che non si scarica automaticamente l’onere fiscale sull’exchange. L’intermediario rimane responsabile fino al 31 dicembre dell’anno in cui avviene la revoca e deve comunicare al contribuente informazioni cruciali come il prezzo medio d’acquisto delle cripto nel wallet custodito e le minusvalenze non compensate con indicazione degli esercizi in cui sono state generate.

Queste minusvalenze possono essere utilizzate in compensazione nei quattro periodi d’imposta successivi alla loro generazione. È quindi essenziale tenere traccia accurata delle operazioni effettuate durante questo periodo per evitare problematiche future con il fisco.

Criptovalute in ingresso da altri wallet o exchange

Nel caso in cui le monete arrivino da un wallet esterno – sia esso dello stesso contribuente o di terzi – si applicano le regole ordinarie stabilite dall’articolo 6 del Dlgs 461/1997. È obbligatorio fornire documentazione adeguata come estratti conto bancari o ricevute di transazione blockchain; senza tali prove, l’intermediario dovrà considerare il costo pari a zero quando queste cripto verranno rivendute.

Questo approccio mira a limitare eventuali abusi legati alla dichiarazione dei costi d’acquisto gonfiati attraverso autodichiarazioni poco verificate ed evidenzia ulteriormente la necessità di una gestione rigorosa dei propri asset digitali.

Successioni e donazioni

In caso di successione o donazione riguardante criptovalute, ci sono specifiche disposizioni fiscali da seguire. Nel caso della successione, il valore costo coincide con quello dichiarato ai fini dell’imposta sulle successioni; mentre nella donazione si eredita il costo storico sostenuto dal donante.

Se chi riceve le cripto non fornisce prove documentali sul valore storico acquisito, dall’exchange applicherà automaticamente un valore pari a zero alle monete ricevute dalla donazione o eredità.

Metodo di calcolo: costo medio ponderato

La circolare n°30/E del 2023 aveva già imposto agli exchange l’obbligo di determinare i valori d’acquisto utilizzando il metodo del costo medio ponderato per ogni categoria omogenea d’asset con la stessa denominazione. La risposta all’interpello n°135/2025 ribadisce questa regola estendendo la sua applicabilità anche ai casi analizzati relativi ai trasferimenti tra wallets diversi.

Questa stretta normativa ha lo scopo evidente ridurre spazi grigi dove potrebbero verificarsi manovre evasive attraverso dichiarazioni poco chiare sui costi sostenuti dagli investitori nel corso degli anni passati.

Cosa significa tutto ciò per gli investitori?

Gli utenti devono ora prepararsi ad una gestione più rigorosa della propria documentazione relativa alle transazioni crypto: conservare estratti conto bancari ed ID delle transazioni blockchain diventa fondamentale anziché opzionale. È consigliabile pianificare attentamente eventuali cambiamenti nel proprio status fiscale poiché revocando tardivamente il regime amministrativo potrebbero sorgere complicanze nella gestione complessiva degli obblighi tributari.

Infine, potrebbe risultare utile consultarsi con professionisti esperti nel settore poiché la normativa sulle criptovalute continua ad evolversi rapidamente; avere supporto specializzato può aiutarti ad evitare sorprese indesiderate durante i controlli fiscali futuri. Cryptosmart ha programmato anche un webinar gratuito sul tema “Criptovalute in Italia: come pagare le imposte nel 2025?” previsto per fine giugno dove verranno approfonditi questi aspetti normativi crucialmente importanti nell’attuale panorama economico italiano riguardo alle cripto valute.

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