Ergastolo per il moldavo Serghiei Merjievschii: condanna per l’omicidio di Giacomo Gobbato a Venezia

La Corte d’Assise di Venezia condanna all’ergastolo Serghiei Merjievschii per l’omicidio di Giacomo Gobbato, avvenuto durante un tentativo di difesa in una rapina, suscitando reazioni nella comunità.
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La Corte d’Assise di Venezia ha emesso oggi una sentenza di ergastolo nei confronti di Serghiei Merjievschii, un cittadino moldavo di 38 anni, riconosciuto colpevole dell’omicidio di Giacomo Jack Gobbato. L’episodio si è verificato nella notte del 20 settembre scorso e ha avuto come sfondo un tentativo eroico da parte della vittima e del suo amico di difendere una donna appena rapinata. La condanna rappresenta un momento cruciale in questo caso che ha scosso la comunità locale.

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Il contesto dell’omicidio

L’omicidio è avvenuto in una zona centrale di Venezia, dove Giacomo Gobbato e il suo amico hanno assistito a una rapina ai danni di una donna. I due giovani non hanno esitato a intervenire per fermare l’aggressore, ma la situazione è rapidamente degenerata. Durante il processo, sono stati presentati video registrati dalle telecamere comunali che documentano i momenti cruciali della rapina e dell’aggressione. Le immagini mostrano chiaramente l’intervento dei due ragazzi e la reazione violenta del moldavo.

Serghiei Merjievschii ha reagito con estrema aggressività all’intervento dei giovani: dopo averli accoltellati, è fuggito dalla scena del crimine. Questo comportamento ha suscitato particolare attenzione durante le udienze, evidenziando non solo la brutalità dell’aggressione ma anche la freddezza con cui l’imputato ha agito.

La dinamica degli eventi

Secondo quanto ricostruito durante il processo, Merjievschii avrebbe inferto diversi colpi al giovane Jack Gobbato. Due coltellate iniziali lo hanno raggiunto alla mano sinistra e al gluteo sinistro; tuttavia, il colpo mortale lo ha trafitto al cuore. Questi dettagli sono stati fondamentali nel delineare non solo le circostanze della morte ma anche l’intensità della violenza esercitata dall’imputato.

Il pubblico ministero Federica Baccaglini ha descritto gli eventi come caratterizzati da “una freddezza inaudita” da parte del moldavo. Durante le udienze si è discusso anche delle motivazioni dietro all’aggressione: secondo la procura, non c’è stata alcuna giustificazione per un atto così violento in risposta a un tentativo legittimo di difesa.

Le reazioni alla sentenza

Dopo il verdetto emesso dalla Corte d’Assise presieduta da Stefano Manduzio, ci sono state forti reazioni nella comunità locale. A Mestre si era già tenuta una manifestazione in memoria di Giacomo Gobbato organizzata dai centri sociali ai quali apparteneva ‘Jack’. Il corteo aveva come tema “Riprendiamoci la città”, esprimendo così un desiderio collettivo per maggiore sicurezza nelle strade e solidarietà tra i cittadini.

La condanna all’ergastolo segna quindi non solo un punto finale sul piano giudiziario ma rappresenta anche uno spunto importante per riflessioni più ampie sulla sicurezza urbana e sull’impegno civico nella lotta contro la criminalità nelle città italiane.

L’avvocato difensore Gabriella Zampieri aveva cercato invano di sostenere che si trattasse piuttosto di omicidio preterintenzionale; secondo lei non vi sarebbe stata intenzionalità nell’atto letale compiuto dal suo assistito. Tuttavia, questa linea difensiva non è riuscita a convincere i giudici che hanno ritenuto sufficientemente provate le responsabilità penali attribuite a Merjievschii nel corso delle audizioni processuali.