Fantasticherie e realtà: cosa accade quando ci lasciamo andare ai sogni ad occhi aperti

Il sognare ad occhi aperti attiva la “rete di default” del cervello, stimolando creatività e benessere, ma può diventare problematico se sfocia in fantasia disadattiva e isolamento sociale.
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Quando ci troviamo in situazioni monotone o mentre camminiamo senza una meta precisa, è comune perdere il filo dei nostri pensieri e iniziare a fantasticare. Questo fenomeno, noto come sognare ad occhi aperti, è un comportamento naturale che coinvolge il cervello in modi interessanti. Scopriamo insieme cosa succede realmente quando la nostra mente si allontana dalla realtà.

La modalità “rete di default” del cervello

Durante i momenti di distrazione, il nostro cervello attiva una particolare modalità chiamata “rete di default”. Questa condizione si manifesta quando non siamo impegnati in attività specifiche e consente alla nostra mente di vagare liberamente. In questo stato, le aree cerebrali associate alla creatività e all’immaginazione vengono stimolate. È qui che possiamo elaborare idee nuove o riflettere su esperienze passate.

La rete di default gioca un ruolo cruciale nel nostro benessere psicologico; infatti, permette al cervello di rielaborare informazioni e trovare soluzioni creative ai problemi quotidiani. Quando fantasticano, molte persone segnalano sensazioni positive come rilassamento e gioia. Questi momenti possono anche servire da pausa mentale necessaria per affrontare le sfide della vita reale con maggiore lucidità.

Inoltre, sognare ad occhi aperti può essere un modo per esplorare desideri personali o aspirazioni future senza le limitazioni imposte dalla realtà. Questa forma di evasione temporanea può quindi risultare benefica se gestita con equilibrio.

I vantaggi del sognatore

Contrariamente a quanto si possa pensare, chi sogna frequentemente non è necessariamente meno concentrato o produttivo. Al contrario, alcuni studi suggeriscono che queste persone possano avere una maggiore elasticità mentale e capacità riflessive superiori rispetto a chi non indulge nella fantasia. Sognatori abituali tendono a sviluppare abilità creative più spiccate grazie alla loro propensione a immaginarsi scenari alternativi.

In molti casi, la capacità di fantasticator offre anche strumenti utili per la risoluzione dei problemi emotivi o pratici della vita quotidiana. Ad esempio, attraverso l’immaginazione possiamo analizzare situazioni complesse da diverse angolazioni oppure prepararci mentalmente per eventi futuri stressanti come colloqui lavorativi o presentazioni pubbliche.

Tuttavia è importante sottolinearlo: questa forma creativa deve rimanere sotto controllo affinché non diventi una fuga dalla realtà stessa; solo così i benefici possono manifestarsi pienamente senza compromettere l’equilibrio personale.

Il lato oscuro della fantasia disadattiva

Nonostante gli aspetti positivi associati al sognatore creativo, esiste anche un lato meno luminoso legato al fenomeno noto come Maladaptive Daydreaming . Le persone affette da questa condizione sperimentano difficoltà nel controllare il loro impulso a fantasticare fino al punto da trascorrere ore immerse in mondi immaginari dettagliati.

Queste fantasie possono includere storie complesse con personaggi ricorrenti ed eventi narrativi intricati che sembrano prendere vita nella mente dell’individuo. Spesso chi vive questa esperienza utilizza elementi esterni come musica o movimenti ripetitivi per facilitarsi l’ingresso in questi stati onirici profondamente coinvolgenti ma potenzialmente isolanti dalla realtà sociale circostante.

Il rischio principale legato alla fantasia disadattiva è quello dell’isolamento: gli individui potrebbero ritrovarsi sempre più distaccati dalle relazioni interpersonali reali mentre cercano conforto nei loro mondi fantastici piuttosto che affrontando le sfide quotidiane direttamente.

Quando chiedere aiuto?

È fondamentale distinguere tra normale sognantezza ed episodi problematici legati alla fantasia disadattiva; quest’ultima potrebbe essere sintomo di esperienze traumatiche irrisolte oppure stati depressivi latenti che necessitano attenzione professionale adeguata. Se la tendenza a evadere diventa ingestibile fino al punto da interferire significativamente con la vita quotidiana delle persone coinvolte allora sarebbe opportuno considerarne l’impatto sulla salute mentale complessiva.

Per fortuna, nella maggior parte dei casi, il semplice atto del fantasticar resta uno strumento prezioso: esso ci consente d’immaginarsi oltre ciò che vediamo ogni giorno aiutandoci così ad affrontar meglio emozioni complesse ed esperienze vissute nel presente.