Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha risposto alle accuse della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riguardo alla sua presunta firma sullo stanziamento del 2% del Pil per le spese militari. Durante un collegamento da L’Aja con una delegazione di parlamentari pentastellati, Conte ha chiarito la sua posizione e ha contestato le affermazioni di Meloni in merito alla gestione delle risorse pubbliche.
La difesa di Conte sulle spese militari
Nel corso dell’intervista a “L’aria che tira” su La7, Giuseppe Conte ha sottolineato che non ha mai firmato l’impegno per il 2% del Pil destinato alle spese militari. Ha spiegato che tale decisione era stata presa nel 2014 quando lui era professore a Firenze e Meloni già attiva in politica. Secondo Conte, la questione centrale è l’eredità ricevuta come presidente del Consiglio: “Io non misi in discussione quel 2%, avendolo ereditato”, ma al contempo si è detto fermamente contrario all’idea di sacrificare il benessere dei cittadini per aumentare la spesa militare.
Conte ha ricordato un incontro diretto con Donald Trump dove espresse chiaramente la sua posizione: “Non posso affamare la mia popolazione; abbiamo altre priorità”. Ha evidenziato come durante i suoi governi ci sia stato un incremento delle risorse destinate ad altri settori fondamentali come sanità e istruzione. In particolare, ha menzionato i dodici miliardi investiti nella sanità e otto miliardi e mezzo nella scuola.
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Le critiche alla politica economica di Meloni
In seguito alle sue dichiarazioni iniziali, Conte non si è limitato a difendersi ma ha anche criticato aspramente l’approccio della premier riguardo alla gestione economica. Ha fatto notare che mentre altri paesi europei stanno aumentando gli investimenti nelle armi grazie a sistemi sociali più solidi — come salari minimi garantiti e welfare efficiente — l’Italia sta seguendo una direzione opposta sotto la guida di Meloni.
Secondo il leader pentastellato, le scelte politiche della premier hanno portato ad un aumento della povertà nel paese. “Meloni vuole triplicare la spesa militare al 5% del Pil”, afferma Conte definendo questa decisione “una follia”. Ha accusato il governo attuale di fare cassa sui più vulnerabili invece di proteggere i diritti dei cittadini italiani.
Conte conclude ribadendo che queste misure sono insostenibili e gravano sulle vite degli italiani già provati dalla crisi economica. Il suo intervento mira quindi a mettere in luce quello che considera un grave errore politico da parte dell’attuale amministrazione italiana.
Un confronto acceso tra opposizione e governo
Il dibattito tra Giuseppe Conte e Giorgia Meloni rappresenta uno dei momenti salienti dell’attuale panorama politico italiano. Le divergenze sulla gestione delle finanze pubbliche riflettono visioni contrastanti su cosa debba essere prioritario per il paese: sicurezza o welfare? Mentre da una parte c’è chi sostiene necessità immediate legate all’aumento della sicurezza nazionale attraverso maggiori investimenti nelle forze armate, dall’altra ci sono voci critiche che richiamano all’importanza fondamentale degli investimenti nei servizi sociali essenziali.
Questa polemica mette in evidenza anche le tensioni interne al governo italiano riguardo ai temi cruciali come salute pubblica ed educazione rispetto agli impegni internazionali legati alla difesa. Con entrambi i leader fermi sulle loro posizioni ideologiche diverse sarà interessante osservare come evolveranno questi confronti nei prossimi mesi.