In un clima di crescente tensione, Glovo ha rilasciato una dichiarazione in merito ai bonus economici introdotti per i rider che lavorano durante le ondate di caldo. La questione è emersa dopo la denuncia della Nidil-Cgil, che ha messo in evidenza come questi incentivi siano insufficienti e potenzialmente dannosi per la salute dei lavoratori. L’azienda sostiene che il modello attuale consente ai rider di scegliere liberamente quando e come lavorare, anche in condizioni climatiche difficili.
La posizione di Glovo sui bonus
Glovo ha chiarito che i bonus previsti per i periodi di caldo estremo sono pensati come misure compensative e non come incentivi a svolgere attività lavorativa in situazioni rischiose. Secondo l’azienda, ogni rider ha la libertà di decidere se accettare o meno le consegne durante le giornate più calde. I bonus variano dal 2% al 8%, a seconda delle temperature, ma si traducono in cifre molto basse: ad esempio, un incremento del 2% su una consegna minima da 2 euro e cinquanta equivale a soli cinque centesimi.
Glovo sottolinea anche il proprio impegno nel garantire la sicurezza dei propri collaboratori. Ha messo a disposizione strumenti informativi tramite app per monitorare le condizioni meteo e fornire supporto pratico ai rider con acqua, sali minerali e crema solare. Tuttavia, queste misure sono state criticate dai sindacati che sostengono non possano giustificare il lavoro sotto stress termico elevato.
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Le critiche della Nidil-Cgil
La Nidil-Cgil ha espresso forte disappunto riguardo alla decisione dell’azienda di legare compensi economici alle temperature elevate. Il sindacato ritiene sbagliato trasformare un rischio per la salute dei lavoratori in un incentivo monetario. “Nessun compenso può giustificare il lavoro in condizioni estreme,” hanno affermato rappresentanti del sindacato chiedendo a Glovo una revisione delle proprie politiche.
Le preoccupazioni espresse dalla Nidil-Cgil si inseriscono nel contesto più ampio delle recenti iniziative governative volte a garantire maggiore sicurezza sul posto di lavoro. Proprio nei giorni scorsi è stato firmato un protocollo tra governo, imprese e sindacati mirante alla rimodulazione degli orari lavorativi ed all’introduzione di dispositivi protettivi adeguati.
L’iniziativa della Regione Piemonte
In risposta alle crescenti preoccupazioni riguardanti le condizioni meteorologiche avverse per i ciclo-fattorini, la Regione Piemonte ha preso l’iniziativa adottando un’ordinanza specifica per regolare il lavoro all’aperto durante le alte temperature. Il presidente Alberto Cirio ha dichiarato che questa ordinanza rappresenta un passo importante verso una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori del settore food delivery.
Il provvedimento include indicazioni operative su come svolgere l’attività professionale mantenendo alti standard di sicurezza: dall’obbligo dell’acqua fresca alla fornitura d’abbigliamento adeguato fino all’organizzazione dei turni con pause all’ombra nelle ore più calde della giornata.
Tuttavia, nonostante questi progressi legislativi nella regione piemontese, i rappresentanti della Nidil-Cgil continuano a chiedere misure più drastiche: “Pretendiamo che si fermi il servizio quando ci sono condizioni climatiche estremamente sfavorevoli.” Questo richiamo mette ulteriormente sotto pressione sia l’azienda sia gli enti locali affinché vengano adottate soluzioni concrete ed efficaci nella salvaguardia della salute degli operatori del settore food delivery.