Indagini in corso sulle esplosioni a Roma: 45 feriti e un distributore di carburante distrutto

La procura di Roma indaga sulle esplosioni in un distributore di carburante a Prenestino, che hanno ferito 45 persone, con focus sulla fuga di GPL e la successiva esplosione BLEVE.
Indagini in corso sulle esplosioni a Roma: 45 feriti e un distributore di carburante distrutto - Socialmedialife.it

La procura di Roma ha avviato un’inchiesta per fare luce sulle due esplosioni che venerdì hanno devastato un distributore di carburante nel quartiere Prenestino, provocando il ferimento di 45 persone. Le cause esatte dell’incidente sono ancora sconosciute, ma le prime ricostruzioni dei vigili del fuoco offrono dettagli significativi su quanto accaduto.

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La dinamica delle esplosioni

L’incidente è iniziato con una dispersione di GPL durante le operazioni di rifornimento del serbatoio della stazione. Questa fuga, la cui origine è ancora da chiarire, ha generato una prima piccola esplosione e incendi limitati che hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Tuttavia, pochi minuti dopo il loro arrivo sul posto si è verificata una seconda esplosione ben più potente.

Le modalità della seconda esplosione sono state descritte attraverso il termine tecnico inglese BLEVE , che indica l’esplosione causata dall’espansione del gas prodotto da un liquido pressurizzato raggiunto il suo punto di ebollizione. In questo caso specifico, la causa principale è stata identificata nel GPL contenuto nell’autocisterna in fase di rifornimento.

Il GPL viene trasportato e conservato a pressione per mantenere lo stato liquido e occupare meno spazio all’interno dell’autocisterna. Un malfunzionamento nel sistema che regola questa pressione ha portato alla trasformazione improvvisa del gas liquefatto in gas gassoso, causando così l’espansione rapida e la rottura della cisterna stessa.

Cause dell’esplosione maggiore

Perché si verifichi un BLEVE non serve necessariamente una scintilla o fiamme; basta infatti che aumenti la temperatura del gas liquefatto. È probabile che i piccoli incendi scaturiti dalla prima esplosione abbiano contribuito ad innalzare la temperatura interna della cisterna già compromessa. Quando i vigili del fuoco sono giunti sul luogo dell’incidente per gestire gli incendi iniziali, avevano già avviato le operazioni di evacuazione nella zona circostante al distributore.

Nonostante ciò, tutto si è sviluppato rapidamente: con la rottura dell’autocisterna si è avuto un’immediata fuoriuscita massiccia di GPL trasformatosi in gas gassoso; questo ha generato una violenta onda d’urto capace di danneggiare gravemente gli edifici nei dintorni.

Le autocisterne normalmente dispongono di sistemi progettati per prevenire eventi come i BLEVE tramite raffreddamento e valvole sicure destinate a controllare temperatura e pressione interne. Tuttavia, sembra che questi sistemi siano stati insufficienti o non abbiano funzionato correttamente durante l’incidente avvenuto venerdì scorso.

Aggiornamenti sui feriti

Sabato scorso l’azienda sanitaria ASL Roma 2 ha fornito aggiornamenti sulle condizioni dei due uomini rimasti gravemente feriti nell’esplosione: l’autista dell’autocisterna ed un dipendente della stazione di rifornimento. Entrambi sono attualmente ricoverati nel reparto grandi ustionati presso l’ospedale Sant’Eugenio in condizioni stazionarie; entrambi necessitano supporto respiratorio meccanico poiché presentano gravi ustioni dovute all’esplosione.

Il dipendente della stazione di rifornimento ha subito ustioni profonde su oltre il 55% del corpo ed è stato colpito anche dall’inalazione fumi tossici derivanti dall’incendio; mentre l’autista presenta ustioni su circa il 25% della superficie corporea ed anch’egli risente degli effetti dell’onda d’urto provocata dalla seconda esplosione.

Un terzo uomo coinvolto nell’incidente era inizialmente ricoverato presso l’ospedale San Giovanni ma successivamente trasferito al Sant’Eugenio dove ora versa in condizioni migliori ed è cosciente; le sue ustioni riguardano meno del 10% della superficie corporea complessiva.