La libertà in discussione: il nuovo libro di Riccardo Manzotti esplora le sfide contemporanee

Il filosofo Riccardo Manzotti esplora nel suo libro “Sono libero, o non sono” le sfide alla libertà individuale, criticando visioni riduzioniste e il totalitarismo scientista che minacciano l’autonomia personale.
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Oggi, la questione della libertà individuale è al centro di un acceso dibattito. Il filosofo Riccardo Manzotti, nel suo recente volume “Sono libero, o non sono” , affronta le sfide che minacciano l’autonomia dei singoli. Attraverso una riflessione profonda e articolata, l’autore mette in luce come una visione riduzionista dell’essere umano possa compromettere la nostra capacità di scegliere liberamente.

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La crisi della libertà individuale

Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo restringimento dell’autonomia personale. Questo fenomeno non è solo il risultato di politiche restrittive o emergenze sanitarie; c’è anche una crescente tendenza culturale a vedere l’individuo come un soggetto determinato da fattori esterni e prevedibile nelle sue scelte. Manzotti sottolinea che questa visione limita la comprensione della libertà umana e delle sue complessità.

L’autore avverte che ridurre le decisioni fondamentali a mere valutazioni economiche rischia di impoverire l’esperienza umana. Le scelte più significative nella vita non possono essere ricondotte a semplici calcoli costi-benefici; esse richiedono una considerazione più ampia dei valori personali e delle aspirazioni individuali. Se ogni decisione fosse basata su criteri razionali assoluti, ci troveremmo privati della nostra autonomia decisionale.

Inoltre, Manzotti critica l’idea che la scienza possa sostituirsi alla volontà umana nel prendere decisioni cruciali per la vita delle persone. L’idea che esperti possano decidere per noi sulla base di dati scientifici ignora il fatto fondamentale che ogni individuo ha diritti inalienabili e valori personali da rispettare.

Il totalitarismo scientista: un pericolo attuale

Il libro affronta anche i rischi legati al cosiddetto “totalitarismo scientista“, emerso durante gli eventi pandemici recenti. In quel periodo critico, alcune posizioni mediche hanno cercato di ridurre gli individui a semplici corpi da mantenere in vita attraverso misure drastiche e invasive. Secondo Manzotti, questa mentalità ha portato all’assolutizzazione del punto di vista medico e ha messo in secondo piano i diritti fondamentali degli individui.

La narrazione del cambiamento climatico viene anch’essa analizzata sotto questa luce: sebbene sia necessario affrontare seriamente le questioni ambientali, non possiamo permettere che tali preoccupazioni giustifichino limitazioni alla nostra libertà personale. L’autore parla esplicitamente della “società dei corpi“, dove si corre il rischio di sacrificare la dimensione esistenziale dell’individuo sull’altare dell’igienismo e della sopravvivenza collettiva.

Manzotti invita quindi a riflettere su cosa significhi realmente essere liberi all’interno di una società sempre più dominata dalla logica del controllo sanitario ed ecologico.

Riflessioni antropologiche sulla persona

Un altro tema centrale del libro è l’antropologia contemporanea vista attraverso il prisma della libertà umana. L’autore propone una definizione rinnovata del concetto di “persona”, evitando sia lo spiritualismo astratto sia il materialismo riduttivo tipico delle correnti filosofiche odierne.

Manzotti adotta un approccio realista nell’analizzare i confini della libertà umana; egli sostiene infatti che l’autonomia deve essere intesa come capacità d’imporsi nella difesa dei propri diritti e valori personali. Tuttavia emerge anche un interrogativo cruciale: fino a quale punto possiamo affermare i nostri diritti senza riconoscere quelli degli altri? Qui risuona forte la critica al pensiero platonico tradizionale secondo cui giustizia sarebbe solo volontà del più forte.

Nel contesto delineato dall’autore emerge chiaramente come ogni oppressore possa rivendicare una propria forma illimitata di libertà mentre annienta quella altrui; questo porta inevitabilmente alla necessità d’un dialogo tra diversi punti di vista affinché si possano tutelare tutti i diritti senza cadere nel relativismo assoluto o nell’egemonia coercitiva.

Un approccio filosofico articolato

Il panorama teorico presentato da Manzotti è complesso ed eterogeneo; egli attinge da diverse correnti filosofiche storicamente significative per costruire un discorso coerente sulla condizione umana attuale. Traendo spunto dall’attualismo euclideo – dove ciò che conta è solo ciò che accade qui ed ora – invita ciascuno ad abbracciare pienamente la propria esistenza consapevole fin dal momento della nascita fino alla morte finale.

L’opera contiene riferimenti variabili tra pensatori notoriamente distanti fra loro come Ayn Rand e Herbert Marcuse oppure Giorgio Agamben con Karl Popper; questi accostamenti insoliti dimostrano quanto ampie siano le prospettive considerate dall’autore nella sua ricerca sul significato autentico dell’essere umano libero oggi.