Nel 2024, la musica italiana ha raggiunto un traguardo significativo su Spotify, diventando una delle lingue più redditizie sulla piattaforma. Con un incremento del 23% rispetto all’anno precedente, il colosso dello streaming ha versato alla discografia italiana ben 150 milioni di euro in royalties. Questo risultato segna l’ingresso dell’italiano tra le otto lingue che generano oltre 100 milioni di dollari di ricavi a livello globale.
L’ascesa della musica italiana su Spotify
Secondo il rapporto annuale “Loud & Clear” pubblicato da Spotify, per la prima volta nella storia, l’italiano è entrato nel gruppo ristrettissimo delle lingue che superano i cento milioni di dollari in guadagni. A livello mondiale, sono diciassette le lingue utilizzate da artisti che hanno ottenuto oltre un milione di dollari ciascuno negli ultimi anni. Di questi 150 milioni versati all’industria musicale italiana, circa la metà proviene da ascoltatori internazionali. Artisti come Maneskin e Meduza hanno contribuito notevolmente a questo successo globale grazie alla loro popolarità al di fuori dei confini nazionali.
Un aspetto interessante è rappresentato dalle playlist curate dagli utenti: negli Stati Uniti si contano oltre 130 milioni di playlist contenenti brani italiani, superando addirittura quelle create in Italia stessa. Questo fenomeno ha portato a un aumento significativo del numero degli artisti italiani che guadagnano royalties superiori ai diecimila euro; dal 2019 al 2024 tale cifra è più che raddoppiata.
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Crescita delle etichette e degli artisti indipendenti
Il panorama musicale italiano sta vivendo anche una crescita significativa per quanto riguarda gli artisti e le etichette indipendenti. Attualmente il quaranta percento delle royalties generate proviene proprio da queste realtà indipendenti. A livello globale, queste entità hanno raccolto più di cinque miliardi di dollari nel corso dell’ultimo anno e rappresentano circa la metà dei ricavi distribuiti da Spotify.
Nonostante Spotify detenga solo un terzo del mercato degli abbonamenti allo streaming musicale, riesce comunque a generare oltre il cinquanta percento dei ricavi per il settore indipendente. Questo trend evidenzia come le etichette minori stiano acquisendo sempre maggiore rilevanza nell’ecosistema musicale contemporaneo.
La discografia italiana: fatturati in crescita
La discografia italiana continua ad espandersi con numeri impressionanti: nel report dell’Ifpi si stima un giro d’affari complessivo pari a circa quattrocentosessantuno milioni e duecentomila euro nel solo anno del duemilaventiquattro. All’interno della regione Southern & Eastern Europe su Spotify, l’Italia emerge come uno dei mercati principali insieme alla Spagna.
Tuttavia sorge una questione cruciale riguardo ai guadagni effettivi degli artisti dallo streaming musicale: secondo una ricerca condotta dall’Università Cattolica di Milano nel duemilaventitre, ben il ventisei percento degli artisti intervistati dichiarava di non ricevere alcun compenso dalle piattaforme digitali; mentre più della metà affermava che i propri guadagni oscillavano tra l’uno e il venticinque percento del reddito totale derivante dalla propria attività musicale.
Questi dati offrono uno spaccato interessante sullo stato attuale della musica italiana nell’ambito dello streaming digitale e pongono interrogativi sulle opportunità future per gli artisti emergenti in questo panorama sempre più competitivo.