Una talare bianca di seta, realizzata su misura per un Papa di corporatura longilinea, è stata consegnata in Vaticano quattro giorni fa. Questo abito potrebbe adattarsi perfettamente al cardinale Pietro Parolin, uno dei principali candidati alla successione papale. Tuttavia, il sarto che ha confezionato la veste non poteva prevedere l’evoluzione delle votazioni nei giorni successivi. Nella sacrestia della Sistina sono presenti tre abiti papali: uno nuovo e due già utilizzati durante il conclave del 2013.
Fumata nera e ritardi: le cause ipotizzate
La fumata nera che ha caratterizzato le prime votazioni del conclave ha sollevato interrogativi sui motivi dei ritardi nelle procedure. Diverse sono le ipotesi avanzate dagli esperti e dai commentatori. Tra queste vi è la possibilità che i tempi necessari per raggiungere il quorum siano stati influenzati da problemi tecnici o da una gestione poco fluida delle operazioni di voto.
Un altro aspetto rilevante riguarda l’adeguamento alle nuove politiche di spesa imposte dal Papa uscente, Francesco. Per la prima volta nella storia recente della Chiesa cattolica, gli abiti papali sono stati riciclati; una scelta che si allinea con i principi espressi nell’enciclica “Laudato Si”, promuovendo valori come riuso e recupero. Questa decisione potrebbe essere stata presa sia per ridurre i costi sia per accelerare i tempi di preparazione.
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Il sarto Ety Cicioni ha rivisitato gli altri due abiti già presenti nella sacrestia dopo dodici anni di inattività sotto cellophane. Ogni dettaglio deve essere curato con precisione in vista della vestizione papale; gli abiti vengono appesi sullo stendino insieme alla mozzetta rossa e alla veste corale.
Cicioni gestisce una sartoria a Via del Mascherino chiamata “I Sarti del Borgo”. È noto per la sua riservatezza e meticolosità nel lavoro; non ama apparire sui media ed evita ogni forma di pubblicità personale. La sua reputazione tra i cardinali è tale che molti si rivolgono a lui anche per rinnovare il loro guardaroba ecclesiastico.
L’artigianalità sartoriale al servizio della Chiesa
Oltre a Cicioni, Roma ospita altre sartorie storiche come Gammarelli, attiva da oltre due secoli nel servire il Vaticano. Recentemente un altro sarto locale, Mancinelli, è stato ripreso dalle troupe televisive mentre mostrava tre nuovi abiti papali nel suo laboratorio a Borgo Pio. Tuttavia questi capi non erano destinati al conclave attuale ma rappresentavano un gesto simbolico nei confronti del futuro pontefice.
Mancinelli ha deciso di donare questi vestiti come benvenuto al nuovo Papa; essendo artigiano rispettato nella comunità ecclesiastica romana, questo gesto sottolinea l’importanza dell’artigianalità nella tradizione religiosa cattolica.
Le divise commissionate dalla Guardia Svizzera richiedono un’elaborazione sartoriale complessa e possono richiedere fino a quaranta ore ciascuna solo per completarne un pezzo singolo. Anche se Mancinelli non era coinvolto direttamente con gli abiti utilizzati nel conclave corrente, la sua iniziativa dimostra quanto sia viva l’arte sartoriale legata alla Chiesa cattolica oggi.
In questo contesto storico particolare dove si intrecciano tradizione ed innovazione sartoriale, si assiste ad una continua evoluzione delle pratiche legate all’abbigliamento ecclesiastico in Vaticano.