La scienza oscura: il cambiamento della ricerca tra segretezza e opportunità

Gianfranco Pacchioni analizza l’impatto della segretezza nella ricerca scientifica, evidenziando le sfide per la trasparenza e le implicazioni economiche e sociali legate alla crescente “scienza oscura”.
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Gianfranco Pacchioni, docente di Chimica dei materiali all’Università di Milano, offre una panoramica sulla trasformazione della ricerca scientifica. Attraverso la sua esperienza, evidenzia come i vincoli di segretezza stiano influenzando il panorama della conoscenza, specialmente nei settori finanziati pubblicamente. Questo articolo esplora le dinamiche attuali che caratterizzano la produzione scientifica e le implicazioni economiche e sociali ad essa collegate.

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L’evoluzione del sapere scientifico

Tradizionalmente, l’Università rappresentava il fulcro della produzione del sapere. I risultati delle ricerche venivano pubblicati su riviste specializzate dopo un rigoroso processo di revisione da parte degli esperti del settore. Le aziende si concentravano principalmente sull’applicazione pratica delle scoperte scientifiche per migliorare la vita quotidiana delle persone. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento radicale in questo paradigma.

Oggi i confini tra ricerca accademica e applicazioni commerciali sono sempre più sfumati. La trasparenza nella divulgazione dei risultati è diminuita significativamente; ciò ha portato a una crescente preoccupazione riguardo alla cosiddetta “scienza oscura”. Questa nuova forma di ricerca è caratterizzata da un accesso limitato ai dati e ai risultati, spesso legati a obiettivi economici o militari piuttosto che al progresso umano generale.

La crescente segretezza ha sollevato interrogativi sulla responsabilità dei ricercatori e sulle conseguenze delle loro scoperte. Mentre le università continuano a produrre ricerche aperte in alcuni ambiti come quello biomedico — evidenziato dalla rapida diffusione dei vaccini anti-Covid — altre aree sono sempre più dominate da progetti riservati con impatti significativi sul mercato globale.

Il controllo della ricerca bellica

Pacchioni sottolinea come la ricerca bellica sia intrinsecamente legata alla segretezza; questa deve rispondere alle esigenze politiche del potere che finanzia tali studi. Non si tratta solo dello sviluppo di armamenti avanzati ma anche dell’esplorazione di tecnologie in grado di influenzare il comportamento umano.

Un esempio emblematico è rappresentato da Neuralink, l’azienda fondata dal miliardario Elon Musk nel gennaio 2024, che ha sviluppato dispositivi capaci di controllare meccanismi esterni attraverso segnali elettrici generati dai neuroni cerebrali umani. Queste tecnologie avanzate pongono interrogativi etici rilevanti: chi detiene i diritti sui dati raccolti? Come vengono utilizzate queste informazioni? Le enormi somme investite nella ricerca privata hanno creato monopoli informatici gestiti dalle Big Five , rendendo difficile per gli enti pubblici competere efficacemente nel campo tecnologico.

Il risultato è una situazione in cui molte innovazioni rimangono nascoste al pubblico mentre vengono sfruttate commercialmente senza alcuna trasparenza sui processi decisionali o sugli esiti finali delle ricerche condotte.

Implicazioni per la comunità scientifica

Nonostante l’emergere della “scienza oscura”, Pacchioni fa notare che nelle università continua a esistere uno spazio per una scienza aperta e collaborativa. Tuttavia questa realtà sta diventando sempre più fragile sotto la pressione degli interessi privati che tendono ad assorbire i risultati ottenuti con fondi pubblici.

Le università devono affrontare sfide significative: finanziamenti ridotti portano a meno opportunità per ricercatori emergenti ed esperienze formative limitate possono dissuadere giovani talentuosi dall’intraprendere carriere accademiche tradizionali. Inoltre c’è il rischio concreto che anche i dati generati nell’ambito pubblico possano essere appropriati dalle aziende private senza alcun beneficio diretto per la società civile.

In questo contesto complesso emerge quindi un divario crescente tra conoscenze accessibili al pubblico e quelle destinate esclusivamente agli ambienti privati o militari; ciò potrebbe avere ripercussioni negative sul progresso collettivo se non affrontato adeguatamente dalla comunità scientifica stessa.

Verso un futuro incerto

Pacchioni invita alla riflessione su questi temi cruciali suggerendo tre elementi fondamentali: conoscenza, consapevolezza e controllo personale nella gestione dell’informazione scientifica disponibile oggi giorno. Sebbene ci siano segnali positivi provenienti dal mondo accademico riguardo alla disponibilità dei dati biomedici open-source — come dimostrato durante la pandemia — resta comunque fondamentale mantenere viva l’attenzione su quanto avviene dietro le quinte nelle aree più lucrative ma meno trasparenti della tecnologia moderna.

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