Maschi veri, la nuova serie Netflix disponibile dal 21 maggio, ha suscitato molte aspettative grazie a un cast promettente e a un tema attuale come la mascolinità. Tuttavia, il remake della serie spagnola Machos Alfa si rivela una delusione per gli spettatori. Nonostante l’intento di esplorare cosa significhi essere “uomini veri” oggi, il prodotto finale risulta privo di originalità e sostanza.
Il cast e le aspettative iniziali
Il progetto si presenta con un cast composto da nomi noti come Pietro Sermonti, Maurizio Lastrico, Matteo Martari e Francesco Montanari. Anche le apparizioni di personaggi pubblici come Ilary Blasi e Selvaggia Lucarelli sembrano non bastare a sollevare la qualità della narrazione. Le premesse erano buone: una storia che affronta temi contemporanei legati alla mascolinità tossica potrebbe attrarre un pubblico vasto.
Tuttavia, ciò che emerge è una mancanza di innovazione. La serie non riesce a distaccarsi dall’originale spagnolo né ad apportare elementi freschi al racconto. Gli spettatori si trovano davanti a situazioni già viste e dialoghi poco ispirati che non riescono ad intrattenere neanche chi cerca solo leggerezza.
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La trama: quattro amici in crisi
Maschi veri racconta le vicende di quattro amici universitari che affrontano una crisi nei loro quarant’anni. Decidono di partecipare a un corso per decostruire la loro visione della mascolinità con l’obiettivo di diventare uomini più in linea con i canoni sociali moderni.
L’idea centrale potrebbe sembrare interessante; tuttavia, l’esecuzione lascia molto a desiderare. La trama segue dinamiche già esplorate in altre opere senza aggiungere nulla di nuovo o stimolante per lo spettatore moderno. L’approccio dramedy tenta di mescolare momenti leggeri con riflessioni più profonde ma finisce per risultare prevedibile.
La scelta dei registi Matteo Oleotto e Letizia Lamartire sembra aver puntato su una mera traduzione dell’opera originale piuttosto che su uno sviluppo creativo autonomo. Questo porta alla domanda: perché vedere qualcosa che è fondamentalmente una copia?
Un confronto difficile tra remake e originale
I remake sono sempre rischiosi; spesso si confrontano con opere amate dal pubblico senza garantire lo stesso successo o impatto emotivo dell’originale. Maschi veri appare come un tentativo mal riuscito nel tentativo di replicare il successo spagnolo senza apportarvi alcuna novità significativa.
La mancanza d’innovazione rende difficile coinvolgere gli spettatori; molti potrebbero sentirsi scoraggiati all’idea d’iniziare una serie già conosciuta nei suoi contenuti fondamentali ma presentata in modo diverso solo superficialmente.
In questo contesto, sarebbe stato preferibile osare maggiormente nella scrittura o nella regia piuttosto che limitarsi a riproporre formule collaudate senza alcuno sforzo creativo reale.
Un passo indietro per la serialità italiana?
Il panorama delle produzioni italiane ha visto negli ultimi anni titoli capaci d’eccellere sia nella scrittura sia nella realizzazione tecnica come M – Il figlio del secolo o L’arte della gioia. Questi esempi dimostrano quanto possa essere ricca ed espressiva la serialità italiana quando viene data libertà creativa ai talentuosi autori locali.
Maschi veri rappresenta quindi un passo indietro rispetto alle potenzialità dimostrate da altri progetti recenti nel panorama televisivo italiano; offre poco ai fan delle storie ben costruite ed emozionanti mentre rimane intrappolata in cliché ormai superati dalla narrativa contemporanea.