Meta sotto accusa: noyb minaccia azioni legali per l’uso dei dati degli utenti europei

Noyb avvia una causa contro Meta per violazione del GDPR, contestando l’uso dei dati di Facebook e Instagram per l’addestramento dell’intelligenza artificiale senza consenso esplicito degli utenti.
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Il gruppo austriaco per i diritti digitali noyb ha avviato una battaglia legale contro Meta, accusando la società di violare il GDPR. A partire dal 27 maggio 2025, Meta prevede di utilizzare i dati degli utenti di Facebook e Instagram per addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale, ma secondo noyb questo approccio non rispetta le normative europee sulla privacy.

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I piani di Meta e le contestazioni legali

Meta ha annunciato che inizierà a utilizzare tutti i post pubblici e le interazioni degli utenti delle sue piattaforme social per migliorare l’addestramento dei suoi sistemi AI. Gli utenti europei avranno la possibilità di opt-out compilando un modulo specifico se non vogliono che i loro dati vengano utilizzati. Tuttavia, secondo noyb, questa modalità contrasta con quanto stabilito dal GDPR, che richiede un consenso esplicito prima del trattamento dei dati personali in situazioni come questa.

Max Schrems, attivista e fondatore di noyb, ha già inviato una diffida ufficiale a Meta il 14 maggio scorso. Nella lettera si chiede la sospensione immediata dell’utilizzo dei dati per scopi legati all’intelligenza artificiale. Se Meta dovesse ignorare questa richiesta, si procederà con un’ingiunzione legale e possibili azioni collettive da parte degli utenti coinvolti.

Il concetto di “legittimo interesse” nel GDPR

Uno dei punti centrali della contestazione riguarda l’interpretazione da parte di Meta della clausola del “legittimo interesse” prevista dall’articolo 6 del GDPR. Questa norma consente il trattamento senza consenso esplicito solo in circostanze specifiche come prevenzione delle frodi o assistenza clienti.

Noyb contesta fortemente l’applicabilità del “legittimo interesse” nel contesto dell’addestramento AI da parte di Meta. Secondo Schrems, la Corte di Giustizia Europea ha già stabilito che tale giustificazione non può essere utilizzata per attività pubblicitarie mirate; pertanto è difficile comprendere come possa essere invocata ora per assorbire grandi quantità di dati personali.

Inoltre, il gruppo sottolinea che le aziende devono effettuare valutazioni dettagliate sul legittimo interesse affinché il trattamento non comprometta i diritti fondamentali degli utenti. Noyb sostiene anche che l’addestramento dell’intelligenza artificiale da parte di Meta potrebbe violare altri principi chiave del GDPR come il diritto all’oblio o quello d’accesso ai propri dati.

La posizione ufficiale e le reazioni

Meta aveva comunicato ufficialmente lo scorso aprile l’intenzione di riprendere l’addestramento dei suoi modelli AI nell’Unione Europea dopo aver subito uno stop nel 2024 a causa delle preoccupazioni sollevate dalle autorità competenti sui diritti digitali. La società afferma d’essere in regola con la normativa europea sulla protezione dei dati ed evidenzia un parere recente dell’EDPB riguardo alla validità della base giuridica del “legittimo interesse”.

Tuttavia Max Schrems ribadisce che quanto fatto finora da Meta non basta a garantire conformità alle normative vigenti: “Sembra evidente che stiano procedendo senza realmente considerare gli avvertimenti delle autorità”. Finora solo una organizzazione tedesca ha messo in discussione legalmente questi piani attraverso una richiesta formale rivolta a Meta.

Le prossime mosse e cosa possono fare gli utenti

Con l’avvicinarsi della data fissata per iniziare ad usare i post pubblici nella formazione dell’intelligenza artificiale – ovvero il 27 maggionoyb sta preparando eventuali azioni legali qualora Meta proceda con tali pratiche senza modifiche sostanziali al proprio approccio rispetto al consenso degli utenti.

È fondamentale quindi informarsi sulle modalità d’opposizione disponibili: gli utenti possono esercitare questo diritto accedendo ai loro account su Facebook o Instagram e compilando appositi moduli dedicati all’opposizione all’utilizzo dei propri dati personali nell’ambito dell’AI training. Non è necessaria alcuna motivazione specifica; bastano pochi clic per tutelarsi contro potenziali usi indesiderati delle proprie informazioni online.

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