La mostra “Donne che hanno influenzato il mondo”, allestita presso il Museo Ebraico di Roma, celebra le vite e i contributi di donne straordinarie che, dopo la Seconda guerra mondiale, hanno lasciato un segno indelebile nella società. L’esposizione si concentra su dodici donne italiane ebree e dodici slovacche, tutte sopravvissute alla Shoah. Attraverso pannelli informativi e fotografie, la mostra racconta storie di resilienza e talento in vari ambiti come scienza, arte e moda.
La vita delle donne nella storia
Elsa Morante è una figura centrale in questa esposizione. Nata a Roma nel 1912, Morante ha sempre espresso riserve riguardo alla biografia personale degli scrittori. La sua convinzione era che la vita privata dovesse rimanere separata dall’opera letteraria. Tuttavia, le esperienze vissute da lei e dalle altre donne presentate nella mostra non possono essere ridotte a semplici pettegolezzi; sono testimonianze del “lo scandaloso orrore della Storia”.
La mostra offre uno spaccato della vita delle donne ebree durante un periodo buio della storia europea. Le protagoniste dell’esposizione non solo sono riuscite a sfuggire alla persecuzione nazista ma hanno anche contribuito significativamente alla cultura italiana ed europea nel dopoguerra.
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Le protagoniste dell’esposizione
Tra le figure più emblematiche presenti ci sono Rita Levi Montalcini, neurobiologa premio Nobel; Franca Valeri, attrice pioniera della comicità; Roberta di Camerino, stilista innovativa; ed Estée Lauder, imprenditrice visionaria nel settore cosmetico. Ognuna di queste donne ha affrontato sfide enormi legate alle loro origini etniche e religiose ma ha saputo emergere grazie al proprio talento.
Amelia Pincherle Rosselli è un’altra protagonista significativa: poetessa e scrittrice con una carriera costellata da successi nonostante le difficoltà personali legate all’identità culturale. Queste storie rappresentano solo alcune delle molte vite straordinarie messe in luce dalla mostra.
Il messaggio della comunità ebraica
Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica di Roma, ha sottolineato l’importanza del ruolo femminile nell’ebraismo attraverso questa esposizione. Ha affermato che la donna occupa una posizione centrale nelle dinamiche familiari all’interno della cultura giudaica ed è fondamentale per costruire relazioni sociali significative.
Fadlun ha anche evidenziato l’urgenza attuale di combattere contro il sessismo e ogni forma di discriminazione per garantire alle donne un ruolo rispettabile sia nell’ebraismo sia nella società contemporanea. Questa iniziativa mira quindi a sensibilizzare il pubblico sull’importanza del riconoscimento dei diritti delle donne attraverso la valorizzazione delle loro storie personali.
La mostra sarà aperta fino a settembre 2025 presso il Museo Ebraico di Roma ed è accessibile al pubblico con l’intento non solo educativo ma anche commemorativo nei confronti delle vittime dell’Olocausto.