Progetto internazionale per studiare la sindrome neuro-oculare associata ai voli spaziali

Nel 2025, un progetto internazionale guidato dalla Città della Salute e della Scienza di Torino mira a sviluppare modelli predittivi per prevenire la Sindrome Neuro-Oculare Associata ai Voli Spaziali negli astronauti.
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Nel 2025, un’importante iniziativa di ricerca è stata avviata per affrontare la Sindrome Neuro-Oculare Associata ai Voli Spaziali , una condizione che colpisce gli astronauti e può portare a gravi alterazioni della vista. Questo progetto coinvolge istituzioni di prestigio come la Città della Salute e della Scienza di Torino, insieme a partner internazionali tra cui NASA e diverse università. L’obiettivo è sviluppare un modello predittivo che possa identificare i soggetti a rischio prima delle missioni spaziali.

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La scoperta della SANS

La SANS è stata identificata per la prima volta nel 2005, quando un astronauta americano ha mostrato segni di edema papillo associati ad alterazioni retiniche dopo sei mesi trascorsi sulla Stazione Spaziale Internazionale. Questa sindrome si manifesta con modifiche strutturali dell’occhio, inclusi l’appiattimento del globo oculare e uno shift ipermetropico. In alcuni casi, queste alterazioni possono diventare permanenti, compromettendo in modo significativo la vista degli astronauti.

La comprensione dei meccanismi fisiopatologici alla base della SANS rappresenta una priorità crescente nella medicina spaziale. Le ricerche attuali mirano non solo a chiarire le cause di questa condizione ma anche a trovare soluzioni efficaci per prevenirla o trattarla.

Il progetto internazionale

Il nuovo progetto vede il coinvolgimento attivo della Città della Salute e della Scienza di Torino insieme ad altre istituzioni accademiche e scientifiche internazionali. Tra i principali protagonisti ci sono il dottor Andrea Grosso, specialista in oftalmologia presso CDSS, e il professor Mario Morino, Direttore del Dipartimento di Chirurgia.

L’iniziativa prevede lo sviluppo di uno “stress test” che permetterà non solo l’analisi dei meccanismi patogenetici legati alla SANS ma anche uno studio approfondito sull’ipertensione endocranica. Questa condizione neurochirurgica spesso presenta cause sconosciute ed è fondamentale comprenderne meglio le dinamiche.

L’approccio innovativo nella chirurgia laparoscopica

La CDSS sfrutta le tecnologie avanzate nella chirurgia mininvasiva laparoscopica come modello terrestre per analizzare gli effetti simili alla SANS. Durante questi interventi chirurgici meno invasivi rispetto alle procedure tradizionali, i pazienti vengono posizionati in modo da simulare condizioni simili all’assenza di gravità nello spazio.

Questa posizione inclinata può provocare temporanee alterazioni oculari; pertanto si intende utilizzare questo approccio per studiare più dettagliatamente le modifiche oculari indotte dalla chirurgia laparoscopica prolungata.

Obiettivi dello studio

Lo studio mira ad analizzare le modifiche morfologiche e funzionali degli occhi durante interventi addominali laparoscopici o robot-assistiti che superano i 120 minuti. I pazienti coinvolti hanno un’età compresa tra 40 e 75 anni e saranno sottoposti a valutazione oftalmologica sia prima sia dopo l’intervento presso la Clinica Oculistica Universitaria.

Inoltre, sarà monitorata attentamente la pressione intraoculare durante l’operazione stessa al fine di raccogliere dati utili allo sviluppo dei modelli matematici necessari per comprendere meglio la SANS.

Collaborazione interdisciplinare

I dati raccolti verranno condivisi con il laboratorio POLITO BioMedLab del Politecnico di Torino per contribuire allo sviluppo dei modelli matematici necessari all’identificazione dei fattori predittivi legati alla sindrome attraverso tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale.

Parallelamente al Politecnico sarà coinvolto anche il Dipartimento dell’Università Milano-Bicocca nell’elaborazione dello stress test tramite tecniche innovative basate su AI.

Thomas Schael, Commissario della CDSS ha dichiarato: “Questa sperimentazione internazionale conferma le enormi potenzialità riconosciute globalmente ai nostri ospedali.”

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