Il G7 tenutosi a Kananaskis, in Canada, ha rappresentato un’importante opportunità per i leader mondiali di discutere questioni cruciali che spaziano dai dazi commerciali alla crisi ucraina e alle tensioni nel Medio Oriente. La premier italiana Giorgia Meloni ha cercato di utilizzare questo vertice per promuovere una bozza di accordo volta a favorire un negoziato sulla guerra tra Israele e Iran. Tuttavia, le difficoltà nel dialogo con il presidente americano Donald Trump hanno complicato la situazione.
Il faccia a faccia tra Meloni e Trump
Durante il vertice, Giorgia Meloni ha avuto l’opportunità di incontrare Donald Trump per un colloquio bilaterale della durata di quindici minuti. Questo incontro si è svolto poco prima della cena dei leader, dedicata alla geopolitica globale. Durante il colloquio, la premier italiana ha sottolineato l’importanza di avviare trattative per risolvere le tensioni tra Israele e Iran. Nonostante gli sforzi profusi da Palazzo Chigi per ottenere una dichiarazione finale che includesse un appello alla de-escalation del conflitto, i riferimenti espliciti alla sicurezza israeliana hanno preso il sopravvento nella comunicazione ufficiale.
Meloni ha cercato di far valere la proposta italiana per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza come misura necessaria al raffreddamento delle tensioni nell’area. Tuttavia, sembra che questa questione non fosse una priorità né per Trump né per Netanyahu; entrambi si sono concentrati maggiormente sulla minaccia percepita dall’Iran. Nonostante ciò, nella dichiarazione finale del G7 è stata menzionata la Striscia come parte della “risoluzione della crisi israeliana”.
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Dazi commerciali e spesa militare
Il breve incontro tra Meloni e Trump non si è limitato solo ai temi legati al Medio Oriente; anche i dazi commerciali sono stati oggetto di discussione. Dopo che le trattative precedenti tra Trump e Ursula von der Leyen non avevano portato ad alcun accordo sul fissaggio dei dazi al 10%, Meloni ha continuato a premere affinché venisse trovata una soluzione condivisa.
Un altro argomento cruciale affrontato durante l’incontro è stata la spesa militare dell’Italia. La premier ha insistito sulla proposta già avanzata congiuntamente da Berlino e Londra: posticipare l’obiettivo del 3,5% del PIL dal 2032 al 2035 ed adottare maggiore flessibilità nei calcoli relativi alle voci considerate nel bilancio difensivo nazionale.
Le immagini dell’incontro mostrano chiaramente lo sforzo della premier italiana nel convincere Trump riguardo alle proposte italiane ed europee; tuttavia, pare che il presidente americano abbia mantenuto un atteggiamento più ascoltatore piuttosto che attivamente coinvolto nelle discussioni.
La guerra in Ucraina ai margini delle conversazioni
Mentre le questioni legate all’Iran-Israele dominavano gran parte delle conversazioni al G7, la guerra in Ucraina sembrava relegata ai margini degli incontri fra i sette grandi leader mondiali. Le dinamiche complesse generate dalla crescente tensione mediorientale hanno reso difficile trovare punti d’intesa su questo fronte delicatissimo.
Le dichiarazioni rilasciate da Trump riguardo a un possibile ruolo mediativo della Russia nel conflitto iraniano non hanno contribuito ad alleggerire l’atmosfera già tesa; anzi hanno suscitato reazioni contrastanti all’interno dello stesso governo italiano con figure come Matteo Salvini favorevoli mentre altri come Antonio Tajani si sono opposti fermamente all’idea.
Inoltre, nell’ultima giornata dei lavori era previsto un incontro fra Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania ed Ucraina guidata dal presidente Zelensky ma questo incontro è saltato senza spiegazioni chiare sul perché sia accaduto ciò.
Palazzo Chigi sostiene però che vi fosse già accordo su molte questioni prima dell’arrivo del presidente americano ma resta aperta ancora oggi la questione sulle nuove sanzioni contro Mosca dove manca ancora una linea comune fra gli alleati europei.